ottobre 9th, 2007 by Ivana

Eleganza, stile minimal e design lineare sono alcune caratteristiche che contraddistinguono il nuovo block-notes disegnato dal designer Aldo Petillo e prodotto dalla famosa Greenwitch.
Pochissimo tempo fa vi parlai di un mini taccuino: Mini-Block, carino e maneggevole ma estrememente diverso dal prodotto di cui vi parlerò, italiano al 100%, con un “cugino”, l’organizer C.Over, selezionato per il prossimo Compasso d’Oro!
Il blocchetto di Aldo Petillo è un prodotto che sottolinea il Made in Italy e la cultura italiana attenta al design, alle tendenze e allo stile. Un blocchetto per chi ama schizzare, per chi viaggia, per chi adora scrivere appunti o idee o per chi, più semplicemente, è attento ai nuovi oggetti funzionali e belli.
E’ C.Over Block, un blocchetto che gli amanti dell’odore della carta, del rumore di matita sui fogli, per quelle persone che preferiscono gli oggetti fisici importanti piuttosto che i freddi sistemi digitalizzati di oggi. Un taccuino che ci può accompagnare ovunque: nella 24ore, in borsa, sulla scrivania, a scuola, per strada…
Mi piace non solo per il design semplice e senza fronzoli ma anche per gli accorgimenti sostenibili. C.Over Block è infatti caratterizzato da un sistema refill che permette, grazie ad un sistema di rilegatura coperto da brevetto, di ricaricare il block-notes infinite volte, evitando di comprarne sempre di nuovi e produrre ogni volta materiale destinato alla discarica. In questo modo, inoltre, vengono eliminati i fastidiosi anelli in metallo in favore di una maggiore superficie scrivibile.
Disponibili in sei allegre varianti cromatiche e in tre diversi materiali destinati a tre diversi target: gomma per i più giovani, nylon per i più dinamici e pelle per i più professionali. Se volete anche voi un piccolo gioiellino di design italiano correte alla cartoleria più vicina, C.Over Block sarà vostro ad un prezzo incredibile. Siete ancora lì?!?!? Guarda altre foto Continua »
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ottobre 8th, 2007 by Ivana

E’ realizzata dallo studio di architettura 3NX lo splendido edificio sito in Copenhagen rappresentato nella foto. Magari qualcuno di voi già sa di cosa si tratta.
E’ un nuovo edificio, estrememente curato sia all’ esterno che all’interno: ampie vetrate colorate, vasti spazi vivibili, arredi particolari e molta tecnologia. Non è un museo e nemmeno la casa di qualche architetto famoso…più semplicemente è una scuola.
Incredibilmente bella, quasi non credo ai miei occhi, questa scuola (un liceo per la precisione) è un vero gioiello di architettura. Diversamente dai classici istituti (il mio era di una tristezza assurda) con le solite classi spoglie e i corridoi verdini, questa scuola è un’esplosione di colori, di vivacità e fantasia.
L’esterno è estrememente colorato ed originale, con grandi vetrate e particolari veneziane che automaticamente regolano l’intensità della luce, filtrandola e colorandola di toni caldi e rilassanti. All’interno ambienti luminosissimi, grandi spazi per socializzare e imparare, assecondando i propri interessi e le proprie inclinazioni, arredi di classe in stile scandinavo realizzati in legno e una grande attenzione alla tecnologia. Tutta la scuola è infatti dotata di rete wireless e di pc portatili disponibili per ogni studente. Particolarmente d’impatto sono anche le zone relax.
Non perdetevi la galleria fotografica, estrememente significativa. Magari la mia scuola fosse stata così. Bellissima vero? Continua »
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ottobre 5th, 2007 by Ivana

Helena Schepens è la giovane designer belga autrice di questo originale vassoio concepito per banane.
Fruit Vassel I ha una forma semplice ma efficace. Una cornice sferica, realizzata in legno, nella quale inserire i frutti. Mi piace l’idea della designer per questo vassoio che si completa e regala una particolare immagine proprio quando si pongono i frutti all’interno. Un disegno geometrico che compare grazie alla morfologia del vassoio e a quella delle banane.
Sono vassoi diversi, che generano una nuova esperienza, che vanno vissuti e provati. Come il vassoietto a dondolo CocoFruit, destinato a frutti sferici di medie dimensioni e realizzato anch’esso da un designer belga. Vassoi che interagiscono con i fruitori e con la frutta e che regalano divertenti cornici all’interno delle quali, a seconda di come si dispone la frutta, nasceranno nuove e dinamiche opere.
Un idea originale di food-design, per un “vassoio” da appendere al muro proprio come un quadretto o appoggiare su un ripiano. Molto interessanti anche Fruit Vassel II e Fruit Vassel III (nei link indicati). A voi la scelta.
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ottobre 4th, 2007 by Ivana

Si chiama Ideal Cube ed è la nuova concezione di architettura contemporanea e modulare ideata dallo studio Oppenheim.
Sorgerà a Miami intorno al 2009 e promette di essere la prima architettura modulare per aree urbane. Eleganza e classe per un progetto sui generis flessibile e futuristico. 15 piani e 112 cubi di assoluta libertà.
Un’ incredibile struttura modulare, realizzata in acciaio e vetro, concepita per essere progettata in maniera flessibile e soggettiva. Un’architettura mutevole customizzabile, che può accrescere col tempo, cambiare faccia e dimensioni e non essere mai uguale a sè stessa. 112 elementi da comporre e scomporre.
E’ il progetto del gruppo Oppenheim intitolato Cube. Il nome mi ricorda l’omonimo film, dove i protagonisti cercano di ritrovare l’uscita dal cubo cercando di sfuggire alle insidie che questo racchiude. Tranquilli, nel progetto Cube regnano sovrani solo l’architettura, lo stile e le volontà progettuali degli inquilini.
La particolarità che rende questo progetto unico è, infatti, la possibilità che hanno i proprietari di ingrandire e riprogettare i loro nuclei abitativi a proprio piacimento: in orizzontale, verticale o diagonale, con giardini o spazi più grandi. Questo rende la morfologia dell’edificio estrememente dipendente dalle esigenze dei proprietari e dai loro stili di vita. Il tutto per un’architettura camaleontica e dinamica.
Un progetto unico arricchito da bellissime piscine e giardini ubicati sia alla base dell’edificio che sul tetto. Gli interni sono caratterizzati da spazi open-space, arredamenti di alto design e sistemi super tecnologici.
Ogni cubo è profondo 7,5 m, largo 8 e alto 6. Libertà, grandi spazi e solo una regola: i cubi devono essere almeno 10. Un progetto che non terminerà mai e che col tempo assumerà facce sempre diverse per una nuova reinterpretazione del design modulare per case di alto livello. Guarda la galleria fotografica Continua »
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ottobre 2nd, 2007 by Ivana

Casamania, design italiano e prodotti di qualità prima di tutto.
Accolgo molto volentieri la richiesta di pubblicazione del nuovo divano prodotto da Casamania, una società italiana estremamente frizzante e versatile che punta molto sui giovani designer -italiani e non- e che vanta prestigiose collaborazioni con designer celeberrimi come Karim Rashid (che per casamania ha prodotto lo sgabello Kant),Giulio Iacchetti (celebre per aver disegnato Moscardino assieme a Matteo Ragni prodotto da PandoraDesign) Luca Nichetto, Fabio Novembre e moltissimi altri.
L’ultimo arrivato in Casamania è Palace, un divano modulare ideato per “le nuove concezioni di vivere ed abitare la propria casa“. La parola d’ordine in questo caso è dinamismo. Palace è infatti un divano mutevole che si adatta a mille esigenze e che, grazie agli elementi di cui è composto (una seduta, un bracciolo, due schienali simmetrici ed un pouf), regala agli utenti un divano sempre nuovo ed unico. Tantissime composizioni pronte a prendere forma e valorizzare gli ambienti domestici. Un tocco di fantasia ed il gioco è fatto.
Il designer che ha realizzato Palace è Sandro Santantonio, il cui studio di design ha messo radici in molti settori quali interior ed industral design, packaging, grafica, fashion design e architettura. Uno studio molto attento alle tendenze e allo studio dei nuovi materiali in ambito di design, moda e illuminotecnica.
Palace è la loro ultima creazione: versatile e camaleontico, pronto a donare ai vostri ambienti fresche tonalità e composizioni dettate esclusivamente dal vostro gusto e dalla vostra fantasia. Vi consiglio di visitare il sito Casamania, troverete tantissimi oggetti famosi e di buon design. Guarda alcune possibili combinazioni di Palace Continua »
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settembre 28th, 2007 by Ivana

Le nuove torri Ericsson –Tower Tube- : innovative costruzioni che lasciano il segno per la particolare estetica e le attenzioni ambientali.
Diversamente dalle antenne che fin’ora conosciamo, squadrate o con strutture reticolari non in armonia col tessuto urbano della città, le nuove antenne ideate dalla Ericsson sono un mix vincente di architettura contemporanea, originalità di design, forme fluide e sinuose.
Torri dinamiche progettabili a seconda dei bisogni e dei paesaggi nei quali saranno immesse. Le Tower Tube sostituiranno le tradizionali basi per le telecomunicazioni con torri dal design insolito ideato con strutture modulari create con un nuovo cemento a basso impatto ambientale. Questi particolari elementi modulari permeranno di differenziare le torri caratterizzandole con forme, altezze e colori diversi a seconda delle esigenze o dei contesti urbani nei quali sorgeranno. Nel progetto delle torri, sono previsti anche dispositivi per produrre energia autonomamente e sfruttare le fonti di energia rinnovabile.
Nella base della torre sarà ubicata una piccola unità abitativa dal diametro di 5m; il resto della torre accoglierà un’antenna per telecomunicazioni protetta dalle pareti di cemento ricoperte con una particolare membrana per renderlo impermeabile e resistente ad eventuali atti di vandalismo. Dinamismo, design originale e attenzione ambientale le parole chiave di questo nuovo progetto, in fase di sperimentazione, prodotto dalla Ericsson.
(Via)
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settembre 27th, 2007 by Ivana

Il nuovo trend in light design è dettato dall’eclettico Ron Arad il quale, per l’azienda italiana iGuzzini, ha disegnato la lampada PizzaKobra.
Qualcuno dice che il termine “Pizza” sia un omaggio all’Italia, ma onestamente non credo richiami la nostra pizza, e poi vedere una pizza in una forma a spirale la vedo un’impresa ardua (forse chi l’ha pensato aveva fame!). Al massimo il termine si può forse riferire ad una pizza come pellicola cinematografica, visto che è tonda e di colore scuro. Non so, magari ditemi la vostra opinione;)
Ma ritorniamo a PizzaKobra. Il secondo termine, Kobra appunto, si riferisce senza dubbio alla morfologia della lampada una volta aperta che ricorda subito la silhouette di un serpente.
Il design è semplice, fin troppo semplice, ma le varie giunzioni tra i vari pezzi la rendono estremamente dinamica e cangiante. Un unico oggetto che può assumere tantissime forme, sempre diverse, semplicemente ruotando gli snodi high-tech. La lampada, richiusa, non arriva nemmeno a 2cm di ingombro -in altezza- ma si sviluppa fino a 73cm.
Un pezzo disegnato da Ron Arad realizzato in acciaio e alluminio cromato e che utilizza sei LED per l’illuminazione. Sul sito c’è un piccolo video che vi invito a vedere perchè estremamente chiaro e fa capire perfettamente l’utilizzo e la funzionalità.
Aspetto i vostri suggerimenti sul perchè del nome “Pizza” e intanto vi consiglio tutta la galleria fotografica che trovate sul sito Continua »
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settembre 26th, 2007 by Ivana

Tra i maggiori esponenti di eco-design, sicuramente Tom Dixon è uno dei designer più acclamati e ricercati al momento.
Il suo stile minimal è sempre attento alle problematiche ambientali ed i suoi prodotti sono sempre proiettati verso un’ ottica di salvaguardia ambientale nonchè energetica. In questo senso la sua ultima creazione, la lampada GLOWB è la sintesi perfetta tra design ed etica ambientale.
Di Tom Dixon (di cui già parlai diverso tempo fa per la sua collaborazione con Lacoste e la T-shirt Eco-Polo) oltre al design, ammiro la filosofia progettuale. Egli afferma che spesso la gente è restia al design sostenibile solo per una questione di estetica o, nel caso delle lampade, perchè non emettono una luce attraente. Sempre più spesso Dixon riesce a trascendere da questi pregiudizi sull’eco-design, concentrandosi sulla creazione di prodotti nobili anche dal punto di vista estetico.
Glowb, per esempio, è una lampada che consuma l’80% in meno di energia, ma che riesce a sprigionare una bellissima luce calda e vivace e che ha un design attraente anche se semplice. Recentemente, a Londra, durante un’installazione ecologica, Tom Dixon ha regalato 1000 lampade Glowb a 1000 fortunati londinesi per portare nelle loro case un pò di eco-design. Per il packaging, il sig. Dixon stupisce con un particolare contenitore nel quale inserire le lampadine obsolete da spedire, GRATUITAMENTE, ad una società che si occuperà del riciclo dei prodotto inviato (queste cose qua ce le sognamo!).
Molto interessante è anche la sua collezione di prodotti sostenibili Eco Ware destinati al food-design. Un set di bicchieri, ciotoline o piatti creati completamente in plastica biogegradabile realizzata con materiali naturali come fibra di cocco, riso e bamboo. Emblematico è anche il packaging. Una confezione realizzata in carta riciclata e vernici atossiche.
Tom Dixon, il guru del design sostenibile Continua »
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settembre 25th, 2007 by Ivana

Design e nuove tecnologie: un connubio prefetto della progettazione di oggi, sempre pronta a trasferire i nuovi materiali nel campo del design. Questo lettore DVD portatile ne è un esempio.
Grazie alle menti illuminate come quella del designer Yeon Shin Seung, la nuovissima tecnologia OLED sarà presto trasferita ad un lettore DVD dal design minimal. Dimensioni extra-ridotte per un accessorio utile e tecnologico.
Per chi ama vedere film in qualsiasi posto e trascorrere qualche ora guardando un buon film, il lettore DVD del designer Seung è un must da non perdere. In treno, in aereo, nelle ore libere, a letto… questo lettore portatile è adatto a tutte le esigenze più particolari o semplicemente ai patiti di film e tecnologia.
Ricorda molto il design del lettore di Mp3 e CD Dual Music Player, ma in questo caso la tecnologia utilizzata è nettamente superiore. Il lettore in questione, sottile, leggero e ripiegabile, punta tutto su una nuova tecnologia: quella OLED appunto. L’utilizzo è semplice. Il lettore è formato da due elementi sovrapposti: in quello inferiore c’è un tradizionale lettore di DVD; mentre, nell’elemento superiore, è arrotolato uno schermo OLED che, una volta spiegato, diventa un sottilissimo display dai colori brillanti.
In un post che scrissi pochi mesi fa sugli schermi OLED della Sony mi domandavo quale sarebbe stata la prima applicazione di questo nuovo materiale. La risposta l’ho avuta proprio oggi con questo progetto. Yeon Shin Seung, da ottimo designer, ha subito trovato una valida applicazione per il nuovo materiale della Sony. L’intervento mi sembra riuscito bene, voi che ne pensate? Guarda le altre foto Continua »
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settembre 24th, 2007 by Ivana

Wirebench è una nuova tipologia di panchine per arredo urbano ideata dal giovane designer inglese Simon Daniel Brown. Fresco di laurea, il giovanissimo Simon si è meritato anche un premio RSA Winner Award 2007 per la sua creazione.
Tra gli originali post del blog Elmanco (che leggo sempre volentieri) ho trovato questo articolo che mi è piaciuto particolarmente. Wirebench è una creazione del giovane designer inglese singolare ed efficace che risolve diversi aspetti grazie ad un design ricercato, all’apparenza semplice. E’ una panchina per arredo urbano, creata in tondini metallici cromati con un interessate studio sulla modularità. L’aspetto monomaterico e la modularità lo rendono anche un buon esempio di progettazione sostenibile (anche se la cromatura non gioca un buon ruolo in quest’ottica).
Il design la rende particolarmente adatta agli spazi aperti poichè resiste facilmente allo sporco e alla pioggia; inoltre la particolare ondulatura funziona bene come deterrente per le persone che si stendono sulle panchine per dormire.
Originale anche l’aspetto sociale studiato per la panchina: la morfologia è adatta sia a quelle persone che non vogliono essere disturbate sia alle persone che vogliono sedersi ed intrattenersi con altre.
Un ottimo progetto, ben curato, che sottolinea le capacità dei giovani designer d’oggi. Design leggero alla vista, confortevole ed originale. Il premio se lo meritava proprio vero?
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