giugno 19th, 2008 by Ivana

Calcio e design. Euro Pass, il pallone degli europei: una sfera di tecnologia.
Questo articolo lo dedico all’Italia e a tutte le persone che, come me, martedì hanno gioito e tifato per gli azzurri, che per fortuna hanno superato l’esame contro la Francia. Ovviamente non parlo di calcio, ci mancherebbe, ma ne approfitto per segnalarvi una notizia interessante. Una piccola chicca del design che spunta tra i prati verdi dei campi di calcio svizzeri.
Non parlo delle mucche svizzere, ovviamente, ma dei palloni degli Europei 2008. Apparentemente normali, i palloni in questione sono stati progettati appositamente per gli europei dal designer-ingegnere Thomas Michaelis in collaborazione con Adidas e Bayer Material Science e rappresentano un vero concentrato di tecnologia.
Se li guardiamo più da vicino notiamo tante piccolissime semisfere incavate. Questa particolare texture – chiamata PSC Power Swerve Control- nella sua “semplicità” regala al pallone molteplici caratteristiche fisiche: in primo luogo permette di imprimere più potenza, poi regala una maggiore rotazione e precisione alla palla ed in ultimo la rende meno scivolosa, soprattutto in condizione di pioggia (e di pioggia ne abbiamo presa molta martedì…)
Da oggi guarderò gli europei con un altro occhio…intanto FORZA AZZURRI!
(Via Core77 e Designerblog)
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giugno 18th, 2008 by Ivana

Musica e design, un connubio sempre più sofisticato. Minimal, elegante e tecnologico: tre aggettivi per la “piattaforma” Waaz Al del designer Jean Luois Frechin (un amante del design tecnologico).
Sembra una semplice mensola per appoggiare libri o CD, per arredare casa con un tocco di stile, ma Waaz Al è molto più di quel che sembra. Dietro il suo alone di semplicità si cela l’ultima trovata del mondo del design per ascoltare la musica.
Usarla è semplicissimo ed emozionante (vi consiglio di vedere il video). Niente cassettini da aprire o perdite di tempo varie, per dare vita alla musica basta appoggiare la custodia del disco sulla mensola “magica” ed il gioco è fatto! Vedere per credere..
Niente magia, è ovvio. Il sistema è gestito dalle celeberrime targhette RFID, anche in questo progetto le protagoniste indiscusse. La mensola (realizzata in legno) include al suo interno un lettore RFID; una volta letto il codice, Waaz Al riconosce il cd ed esegue tutte le tracce. Interessante è anche il pannellino di controllo tracce (che si attiva solo quando le canzoni sono in esecuzione), tastini luminosi e touch, presenti subito sotto lo strato di copertura della mensola. Grazie ai sistemi WiFi è possibile anche ascoltare la radio.
Dopo gli oggetti-scultura e le poltrone della Sony Design per ascoltare la musica, questi mi sembrano un’alternativa molto tecnologica ed emozionante. La compriamo?
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giugno 17th, 2008 by Ivana

A volte ritornano…e Philippe Starck è già tornato! Ci aveva lasciati nemmeno due mesi fa con le sue “scuse”, lasciandoci tutti senza fiato, a piangere e a strapparci i capelli! Ma non temete, il caro buontempone ritorna più buontempone che mai con i suoi nuovi programmi. E che programmi, anzi, che programma!
Starck e BBC2, un nuovo connubio presto in tv. Il francesino tutto pepe si prepara per il suo primo reality show . Sarebbe più corretto chiamarlo talent-show, considerando che si tratterà di un programma dedicato ai nuovi designer. Una scuola per far crescere nuovi talenti e dare vita a nuove idee. Amici di Maria de Filippi, ah no scusate… Amici di Philippe Starck cerca quindi nuove leve. Dieci giovani aspiranti designer pronti a disegnare il must-have del nostro secolo. Se vi trovate in Inghilterra, in questo momento sono aperti i casting per entrare a far parte della scuola.
Lunghi ed intensi mesi di affiancamento, schizzi, render e concept che porteranno il team alla realizzazione dell’oggetto del desiderio del XXI secolo! Il programma, già studiato in tutte le sue parti, avrà luogo a Parigi, proprio nello studio di Starck. Il vincitore del concorso lavorerà per sei mesi assieme al celebre designer e al suo team.
Che dire, le sue scuse, studiate a tavolino, si sono dimostrate un’ottima trovata pubblicitaria. Speriamo almeno che il programma possa insegnarci qualcosa…
Purtroppo il contest è dedicato solo ad un pubblico inglese, ma per chi volesse saperne di più si può scrivere al seguente indirizzo – schoolofdesign@twofour.co.uk – o visitare il sito della TwoFour (compagnia televisiva inglese). In bocca al lupo!
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giugno 16th, 2008 by Ivana

Toscana, la prima regione italiana a rifiuti zero.
Dopo San Francisco, Los Angeles, San Jose-Silicon Valley, San Diego, Oakland, Seattle, Toronto, Canberra e tante altre città negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda anche l’Italia si affaccia alle nuove politiche sostenibili a RIFIUTI ZERO.
Siamo in Toscana, più precisamente a Capannori (Lucca), il primo comune italiano a rifiuti zero. Entro il 2020 Capannori riciclerà praticamente il 100% dei suoi rifiuti.
Alessio Ciacci, Assessore all’Ambiente di Capannori spiega come funziona il progetto. RIFIUTI ZERO sebbene sembri un progetto utopico è una realtà della provincia lucchese. Una realtà fortemente proiettata verso il futuro al fine di evitare una grave emergenza e, ovviamente, migliarare la vita di se stessi e del pianeta.
RIFIUTI ZERO significa molteplici cose. E’ prima di tutto raccolta differenziata spinta -porta a porta- (65% in estensione) che riesce ad arrivare a 26000 dei 45000 abitanti del comune.
Rifiuti zero è anche, e soprattutto, riduzione dei rifiuti. “Una filosofia di vita che tende al compostaggio domestico della frazione organica; alla distribuzione del latte alla spina per ridurre imballaggi e avere una filiera corta del latte fresco locale; all’eliminazione dell’acqua minere e degli imballaggi dalle mense scolastiche con accordi con grandi distributori ed istallazione di distributori alla spina di acqua (e anche di detersivi nel caso dei supermercati); agli accordi con i grandi gestori delle sagre estive al fine di limitare i prodotti usa e getta; a costruire politiche legate alla riduzione dei rifiuti“. Rifiuti Zero tende fortemente a ridurre la filiera e punta ad una partecipazione attiva e piena dei cittadini.
Obiettivo: eliminare inceneritori e discariche. Entro il 2020 il comune di Capannori si propone di superare l’80 % della raccolta differenziata e di ridurre i rifiuti anche nella parte indifferenziata (il 20% dei prodotti infifferenziati è composto da pannolini. Rifiuti zero promuoverà una politica di sensibilizzazione dedicata alle famiglie al fine di incentivare l’utilizzo di pannolini ecologici)
Vivere in un mondo più pulito non è poi un’impresa impossibile. L’importante è iniziare e Capannori mi sembra un ottimo esempio.
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giugno 11th, 2008 by Ivana

Che bello appendere quadri e quadretti alle pareti della nostra casa..ma che dolori quando, puntualimente, ci diamo una bella martellata sul dito!
Non ditemi che non vi capita mai! Ogni volta che prendo un martello in mano, di lì a pochi secondi ho il pollicione fantozziano dolorante e gonfio. E sarà proprio per questo che il progetto del giovane designer Matthias Pinkert mi ha colpito positivamente.
Shark morfologicamente si ispira, come il nome stesso suggerisce, ad uno squalo. Una forma stilizzata ed ergonomica che ci aiuta ad evitare martellate varie sulle dita. Tra i graziosi dentini dello squalo si possono facilmente infilare i chiodi (o le viti). Shark si adagia esattamente nella curva fisiologica della nostra mano tra l’indice e il pollice, ci protegge le dita e aiuta a far entrare i chiodi con precisione nel muro.
La forma segue la funzione? Beh direi di si! Shark è un progetto dove ergonomia e ispirazioni biomimetiche sono le protagoniste indiscusse. Utile ed esteticamente gradevole Shark non dovrebbe mancare tra i nostri utensili.
Matthias è ai suoi primissimi passi nel mondo del design ma già i suoi progetti stanno riscuotendo notevole successo. Vi consiglio di visitare la sua pagina si Coroflot. Seguiamolo con attenzione^^ Foto Continua »
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giugno 10th, 2008 by Ivana

Colorati, pratici ed esclusivi. Sono i vassoietti da caffè Cooffee Way.
Per quelli che non possono stare un attimo senza caffé nasce CooffeeWay, un pratico vassoietto, ideale per trasportare il caffè ovunque! Sono coloratissimi, pratici e, ovviamente, pronti per essere collezionati.
Ma andiamo per gradi. Come nasce e come si usa. CooffeeWay nasce per tutti quelli che fanno del caffé il “carburante” della giornata, un piccolo piacere da godersi ovunque. Un vassoietto (registrato e brevettato) ideato per trasportare comodamente e senza scottarsi fino a quattro bicchierini di caffè (o 2 bicchieri più grandi).
In ogni vassoietto (13*14 cm) sono previsti fino a 4 alloggi per i bicchierini di plastica (con un diametro sufficiente per bloccarli e trasportarli facilmente) e spazi per trasportare anche le rispettive bustine di zucchero e palettine. Elementi creati in cartone ondulato rivestito e resistente caratterizzati tutti da immagini sempre diverse e suggestive: fiori, frutti, bandiere, chicchi di caffé, immagini astratte e molte altre ancora. Tutte da collezionare o, perchè no, personalizzare! (soprattutto per chi vuole promuovere la propria attività attraverso questi simpatici e utili vassoietti).
A mio avviso un’idea molto interessante, ottima per trasportare più caffé evitando eventuali scottature o rovesci di bevanda (una soluzione più funzionale di quella per esempio di Starbucks che pone attorno i propri bicchieri delle “ciambelline” in cartone ondulato per evitare che i clienti si scottino) . Design semplice ma più che funzionale.
Interessante è anche la loro zuccheriera per bar: Emysugar. Un elemento d’arredo -anch’esso registrato e brevettato) che permette di esporre tutti i tipi di bustine di zucchero ma anche di recuperarne i residui cartacei, ed eventuali rimanenze di zucchero, al suo interno. Un oggetto che nasce per facilitare la vita dei clienti dei bar che troppo spesso, dopo aver zuccherato il proprio caffè, cercano invano un cestino nelle vicinanze per gettare le carte delle bustine. Anche Emysugar è un buon veicolo pubblicitario che ogni bar, negozio o locale può personalizzare con immagini, marchi o loghi da porre ai fianchi della zuccheriera.
Entrambi i prodotti sono molto belli dal vivo (ringrazio ancora i ragazzi per avermi gentilmente inviato il materiale), uno estremamente funzionale, l’altro più vivace e giocoso. I vassoietti li ho già “collezionati” tutti, adesso aspetto di trovarli nei bar della mia città assieme Emysugar! E adesso caffé!!
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giugno 9th, 2008 by Ivana

Ron Arad disegna Lovely Rita, la mensola libera e sinuosa.
Sembra quasi modellata da un soffio di vento la mensola Lovely Rita. Il design così fluido e organico la rendono particolarmente attraente e sinuosa, caratteristiche comuni a molti oggetti di casa Kartell.
Un marchio sinonimo di qualità e, ovviamente, di design italiano. Kartell è leader in Italia e all’estero per l’arredamento Made in Italy, con i suoi 59 anni di storia magistralmente raccontati attraverso tutti i suoi prodotti che esprimono il linguaggio e l’atmosfera del periodo in cui sono nati ma, allo stesso tempo, sono degli oggetti contemporanei che portano con sè molti altri valori e messaggi. Tutto questo li ha resi parte integrante del nostro paesaggio domestico.
Lovely Rita è una mensola modulare, caratterizzata da tanti piccoli elementi -2 moduli di base per sei differenti colori- tali che a seconda di come vengono disposti alla parete, si possono creare mensole di dimensioni e forme mutevoli e ampliabili all’infinito (parete e soldi permettendo). E’ l’ideale per libri e piccoli oggetti o per decorare una parete con un tocco di design.
Bella è bella, senza dubbio, ma ricorda un po’ troppo la versione movimentata della più famosa BookWorm, realizzata sempre per Kartell e sempre da Ron Arad. Forse era a corto di idee? Di certo tra BookWorm e Lovely Rita passano solo tre anni (1993 e 1996) forse il nostro amico Arad voleva solo modificarla un po’.. si sa, non si è mai soddisfatti al 100% delle proprie opere. Siamo clementi almeno questa volta? Immagini Continua »
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giugno 6th, 2008 by Ivana

Per i nostalgici dei favolosi anni ’80, le lampade Ghost sono una chicca da non perdere.
Sono ispirate al celeberrimo gioco Pac-Man, il simpatico personaggino-pallino giallo che cercava di raccogliere tutte le sue pilloline facendo attenzione a non essere catturato dai fantasmini.
E sono proprio questi ultimi i protagonisti delle lampade 80′s Ghost. Un prodotto di light-design realizzato in polipropilene opaco che riproduce fedelmente, sia nei colori che nella forma, i fantasmini del famoso videogioco.
Di certo meno celebri, e magari anche meno amati di Pac-man stesso, le lampade Ghost sono un chiaro omaggio agli anni ormai trascorsi, alla spensieratezza degli ’80 e ad un videogioco antesignano delle moderne piattaforme da gioco. Pac-man torna a rivivere, anzi, a risplendere nelle nostre stanze come un oggetto simbolico ideale per i nostalgici, per chi ha fatto le nottate avanti al Commodore 64 o per chi semplicemente li trova simpatici.
Ideatore dei fantasmini il designer brasiliano Anderson Horta, sicuramente un cultore di pac-man, che vede in questa lampada un diverso modo di concepire i fantasmini: non più entità delle quali aver paura, ma elementi giocosi e simpatici che danno luce e vivacità alle nostre stanze.
Non è la lampada dell’anno e nemmeno l’idea più originale della storia del design ma un simpatico segnale di un bisogno di semplicità, di oggetti familiari che hanno segnato la nostra gioventù.
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giugno 5th, 2008 by Ivana

Wheelly, la ruota diventa un piccolo modulo abitativo.
Proprio pochi giorni fa ho parlato di Bedu, il bidone trasformabile in campo per emergenze; oggi vi ripropongo l’argomento social-design con un nuovo ed interessante progetto. E’ Wheelly il rifugio per i senzatetto.
Il gruppo Zo-Loft (abbiamo già parlato di questo gruppo di giovani designer italiani per il progetto Din-Ink, i tappi-posate, ricordate?) si ripropone con un sistema-rifugio. Una ruota per ripararsi, per proteggersi e per spostarsi, una ruota come status-symbol ma soprattutto una ruota come dimora intima e più dignitosa.
“Whelly è disegnato per colonizzare e vivere tutti i tipi di realtà urbana, da solo o connesso ad un altro modulo, così da poter creare rifugi multipli e colorati“. Un progetto sostenibile, basato sul sistema del cuscinetto a rullo, realizzato in gomma, alluminio e cartone pressato riciclabile al 100%. La corona interna è ritmicamente segnata da una sequenza di fori per permettere di appendere un sacco da 250 lt ed alcuni oggetti quotidiani. Grazie a due tende pieghevoli in poliestere, diventa un rifugio sicuro ed intimo, provvisto di uno spazio isolato dal terreno per dormire ed uno per poter stipare gli oggetti.
Agli estremi del carrello sono previsti due elementi circolari in gomma sui quali è possibile collocare loghi o marchi. Questa caratteristica permette di ridurre i costi di produzione del carrello o, addirittura, renderlo gratuito per tutti i senzatetto, diventando dei veicoli pubblicitari all’interno della città.
Wheelly, come tanti bei progetti, purtroppo vive solo sulla carta, ma sono certa susciterà presto il giusto interesse e magari troverà un “papà” finanziatore. Farebbe sicuramente la felicità di molte persone. A voi la parola. Immagini Continua »
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maggio 30th, 2008 by Ivana

100 anni di storia di Toblerone, la barretta di cioccolato più famosa al mondo. Dopo la colla Coccoina, la storia ritorna.
Sono sicura che tutti lo conoscete e sono altrettanto sicura che ne ricordate bene il suo gusto! E’ Toblerone, la “barretta” di cioccolato con una storia tutta da raccontare.
Tutto inizia addirittura nel 1867 quando, a Berna, Jean Tobler apre il suo primo negozio di “delikatessen“. Un successo travolgente che lo porterà, pochi anni più avanti, ad aprire la prima “Fabbrica del cioccolato Berna, Tobler & Cie”. Ma fu solo grazie al figlio di Tobler e al cugino Baumann, che questa cioccolata ha visto il suo successo.
Toblerone però non significa solo cioccolato. Il triangolino più famoso del mondo nasce infatti da una nuova e golosa ricetta: cioccolato al latte, miele, mandorle e torrone. Da questa particolare ricetta nasce la cioccolata made in Switzerland il cui nome fu coniato a partire dal nome dell’inventore Tobler, con l’aggiunta della parola italiana torrone, da cui TOBLERone.
Una ricetta, ma soprattutto un marchio rimasti pressochè invariati lungo l’arco di questi lunghi anni. Era il 1908 quando, presso l’ufficio Federale per la Proprietà Intellettuale di Berna, venivano registrati e brevettati marchio e ricetta di quella che poi diventerà la barretta di cioccolato più particolare e famosa della storia.
Il suo nome e la sua caratteristica forma triangolare sono riconosciuti infatti in tutto il mondo, così come il packaging triangolare, anch’esso rimasto molto simile ai primi (è stata solo sostituita la precedente aquila). Ma perchè questa forma? Si dice che questa ricordi il caratteristico profilo naturale del monte Metterhorn nelle Alpi Svizzere. Sotto ogni piramidina di cioccolato è impressa una delle lettere che compongono la parola Toblerone.
Oggi queste barrette, invariate nel packaging e nella loro forma, sono disponibili in nuovi gusti e vengono sempre prodotte e vendute in tutto il mondo, dalla fabbrica che ha sempre sede nella svizzera di Tobler. Beh, immagino già sapete…Toblerone, arrivooooo;) Foto Continua »
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