giugno 28th, 2007 by Ivana

Philippe Starck e Puma nuovo connubio tra design e fashion.
Già diverse volte vi ho parlato di Philippe S+arck, (sedia Eros, Juicy Salif) eclettico, bizzarro e fantasioso designer francese. Il suo stile inconfondibile firma gli oggetti più interessanti nel mondo del design e le sue collaborazioni con nomi importantissimi di arredamento e moda come Kartell, Alessi, Vitra e Puma (per citarne solo pochissimi) ne hanno decretato il suo indubbio successo.
Questa volta Starck si cimenta nella moda, in collaborazione con Puma, per creare dei vestitini per gli sportivi più seducenti, con la linea Naked Body. Il nome è tutto un programma!
Una linea sexy e comodissima, realizzata con i migliori materiali (Lycra finissima), super traspirante, dalle prestazioni altissime per una massima libertà di movimenti, che mette in evidenza la silhouette femminile e maschile con cuciture particolari e dettagli trasparenti per un capo affascinante e piccante!! 15 modelli, uno più provocante di un altro, attillatissimi e alla moda!
Di sicuro se non si ha un fisico da sportivo dubito siano così sexy una volta indossati…Ma poi, saranno così comodi come promettono?Un po’ di dubbi li ho, anche perchè non indosserei mai un gonnellino per fare attività fisica. Che ne pensate? Continua »
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giugno 27th, 2007 by Ivana

Cari lettori, se ieri abbiamo parlato di spinaci con la Spinach Powered House, oggi resto in ambito di vegetali e vi parlo di funghi ed in particolare di alcuni particolari pannelli isolanti.
I materiali compositi, si sa, assolvono a diverse funzioni, hanno prestazioni meccaniche e fisiche elevate ma hanno una grossa controindicazione: non sono biocompatibili nè riciclabili quindi non eco-sostenibili.
Ai fini di una corretta economia domestica, incentrata sul risparmio energetico, è fondamentale controllare tutti i consumi ed evitare di dissipare energia cercando di isolare al meglio la propria casetta. Di netta ispirazione biomimetica, il giovanissimo Eben Bayer, del Rensselaer Polytechnic Institute, ha messo a punto un nuovo materiale, la “Greensulate formula” isolante ed ecocompatibile realizzata con spore di funghi (Pleurotus ostreatus) acqua, farina di perlite ed un vetro vulcanico amorfo.
Il suo materiale, oltre ad essere eco-sostenibile, ha un costo molto basso e per la fabbricazione è anche richiesta una scarsa quantità di energia.
(Via)
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giugno 26th, 2007 by Ivana

La prima casa funzionante con l’energia rinnovabile degli…spinaci! E si, non state leggendo male, questa casa direi davvero eco-sostenibile, trae energia pulita dagli spinaci!
Le fantastiche verdure che resero famoso il celeberrimo Popeye, e che sicuramente avrete mangiato spesso da piccoli sotto minaccia delle vostre mamme, oggi diventano elemento fondamentale per una nuova architettura sostenibile.
Spinach Powered House, questo il nome della casa, è la prima abitazione sostenibile, progettata da Matthew Coates e Tim Meldrum, vincitrice del premio Cradle to Cradle. Un sistema biomimetico dove l’energia, fornita da pannelli solari fotosintetici, imita il processo con cui le piante trasformano la luce in energia. Questo sistema è reso possibile grazie ad una proteina chiamata Photosystem I, un processo sviluppato dai ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology).
La casa è corredata da altre attenzioni sostenibili come il riciclaggio delle acque piovane con cui vengono irrigati giardini e orti, pannelli solari, pannelli divisori a base di soia e muri creati con cementi riciclati.
La cosa più sorprendente di tutto il progetto è che Continua »
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giugno 25th, 2007 by Alessandra De Santis

Fashion designer, designer e mente superba: Issey Miyake, molto più che un designer. Venerdì scorso ne iniziammo a parlare, in particolare del binomio Miyake-Arad, ma questo non rappresenta altro che una piccola finestrella su un nuovo orizzonte: mi sono affacciata per scoprire ben altro!
Ricordate quei giochi con la carta in cui bisognava ritagliare un vestitino per la bambola, seguendo i bordi disegnati sul foglio di carta? Beh, guardate le immagini: un notevole vantaggio ritagliarsi il proprio vestitino, seguendo le linee per la taglia, la forma, i colori che si preferiscono.
E tutto è possibile grazie ad un innovativo processo, legato all’avveniristica tessitura computerizzata e alla produzione dei capi in un unico rullo di tessuto: questa tecnica è stata firmata A-POC, ovvero “A Piece of Cloth”, connubio creativo di Issey Miyake e Dai Fujiwara (sua ex-assistente/seguace) dal 1998.
Inoltre il sistema A-Poc è stato studiato per il riciclaggio dei materiali esistenti. Secondo Miyake infatti l’esaurimento delle risorse mondiali ci obbligherà molto presto a ripensare i processi di fabbricazione e di produzione dei beni di largo consumo. Il duo, come ormai avrete compreso, è assolutamente all’avanguardia sotto ogni aspetto: a partire dai concept di fondo, fino alla progettazione e realizzazione di originalissimi artefatti. Continua »
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giugno 23rd, 2007 by Ivana

Sicuramente nata come provocazione, e il nome ne è una conferma, la lampada V/a.g.r.a. è un esempio di progettazione semplice, ma indubbiamente d’effetto, dell’architetto-designer Romolo Stanco che, per rendere il proprio progetto insolito e caratteristico ha ben pensato di utilizzare un materiale a memoria di forma.
All’apparenza sembra una lampadina agganciata ad un filo ma, appena si accende, V/a.g.r.a. prende forma arricciandosi e modellandosi in pochi secondi lasciando tutti a bocca aperta. Un progetto insolito, molto interessante anche nella variante Arsenio, che deve la sua singolarità al materiale utilizzato: una lega metallica a memoria di forma.
Una lampada slanciata e leggera sviluppata intorno a linee fluide ed organiche. V/a.g.r.a., realizzata dal laboratorio NONESISTE, è il frutto di nuove idee e di una ricerca spasmodica di nuovi stimoli per sviluppare forme uniche e significative per oggetti “che domani esisteranno”. Non perdetevi il video. Continua »
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giugno 22nd, 2007 by Alessandra De Santis

Secondo Issey Miyake «le cose semplici sono sempre belle», una filosofia che indubbiamente giace nel cuore di tutti i suoi capolavori. Da tempo è divenuto uno dei più noti fashion designer giapponesi nel mondo: i suoi capi sono solitamente caratterizzati da fini disegni ispirati all’architettura e impreziositi da raffinati dettagli.
Visionario demiurgo, si spinge costantemente oltre gli ordinari canoni della moda, intrecciando la tradizione asiatica con il classicismo europeo e il funzionalismo americano. Crea vestiti e fragranze da indossare, utilizzare e soprattutto adattare al proprio gusto, umore, stile! Tecnologia e natura si uniscono armoniosamente nel suo particolarissimo stile minimalista, incredibilmente moderno e innovativo, che sancisce l’inizio di una nuova era della moda e del design.
Di cosa stiamo parlando? beh, del sistema A-POC, ad esempio. Chi l’anno scorso è stato al Salone del Mobile, ricorderà forse la grandiosa Ripple Chair Dressed, la famosissima seduta, progettata dal guru del design Ron Arad per Moroso, finemente ed audacemente (ri)vestita da Miyake secondo una metodologia A-POC.
Come potete facilmente immaginare, si tratta di una sedia resa davvero particolare: è morbida, artisticamente rivestita, sorprendente e multiforme al tatto e alla vista, ma soprattutto molto, moolto “avvolgente”… sì, perchè si indossa! Il capo così creato diviene simulacro di due diverse funzioni integrate: può infatti ricoprire ed “imbottire” la sedia o vestire la persona. Il tessuto diviene Continua »
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giugno 21st, 2007 by Ivana

ColorsDesigner: il concorso aperto ai giovani designer ed architetti.
Un’iniziativa di Poli.Design, consorzio del Politecnico di Milano, nata per promuovere nuovi retail concept destinati a grandi gruppi internazionali di abbigliamento.
Il concorso è particolarmente interessante sia per la spiccata propensione eco-sostenibile richiesta, sia per il concept dell’iniziativa volta a creare spazi futuribili pensati non solo per l’esposizione ma, soprattutto, per la comunicazione, l’aggregazione e l’esperienza dell’utente, fondamentale nel design.
Umanizzare l’approccio all’acquisto con un’ esperienza che piace e gratifica sono i cardini del concorso che sarà presieduto da una giuria straordinaria nella quale spiccano nomi importantissimi quali Andrea Branzi come presidente della giuria, autore di molti libri di design e architettura, Compasso d’oro nel 1987 alla carriera e esperto di design ed architettura nonché docente universitario. Tra i giurati: Makio Hasuike, designer di fama mondiale, compasso d’oro e Medaglia d’Oro della Triennale; Philippe Daverio, assessore alla cultura a Milano dal 93 al ’97 e docente di Disegno Industriale all’università di Palermo; Stefano Boeri, ex direttore di DOMUS e docente al Politecnico di Milano e Michele De Lucchi designer per Artemide, Kartell, Poltrona Frau, Olivetti e vincitore di moltissimi riconoscimenti in ambito di design come Good Design, Compasso d’Oro e Premio Smau per citarne solo alcuni.
La chiusura della prima fase del concorso è prevista per il 15 Novembre 2007, vi consiglio di partecipare perché è davvero un’occasione da prendere al volo considerando anche l’ammontare del premio pari a 20.000€ e 3.000€ destinati ai finalisti. Ottima giuria e ottimi presupposti. Per ulteriori informazioni vi consiglio di consultare il sito, molto chiaro e navigabile facilmente. Beh?Cosa aspettate, ISCRIVETEVI!!
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giugno 20th, 2007 by Ivana

River Glow…installazione artistica o sistema per monitorare l’inquinamento delle acque??
La notizia arriva dagli USA, paese additato da tutti per la non adesione al protocollo di Kyoto, ma che, anche un po’ contraddittoriamente, sta mandando avanti diversi programmi di tutela ambientale, non ultimo quello previsto per i taxi del 2012 della “grande mela”.
River Glow è un altro esempio di progettazione sostenibile con una veste, questa volta, artistica. E’ un prototipo di sistema di monitoraggio delle acque che abbina al controllo qualità acqua una valenza artistica. Il sistema colora di luce purpurea o color smeraldo, a seconda del grado di inquinamento, le acque in questione grazie a dei rilevatori di sostanze inquinanti collegati a dei LED galleggianti che trasmettono, cromaticamente, la qualità dell’acqua: verde per quella pulita e rossa per quella inquinata.
Soo-in Tang e David Benjamin, dello studio The Living, sono i due giovani ingegneri che hanno dato vita a questa installazione-monitoraggio premiato, peraltro, al Metropoli’s Next Design Competition di cui già ho parlato per i lampioni ad energia solare e per il dispositivo salva-acqua iSave.
Davvero un ottimo sistema per conoscere in tempo reale, e senza analisi, lo stato delle nostre acque. Già lo immagino nel Po o nel Tevere… Continua »
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giugno 18th, 2007 by Ivana

Froggetmee, le prime bacchette “cinesi” comode e adatte anche ai più negati!
Si, lo ammetto, magari froggetmee sono sicuramente più adatte a me che sono imbranata con le bacchette cinesi, ma credo rappresentino davvero una sintesi funzionale di un oggetto un po’ complesso da utilizzare.
Freggetmee abbina alla tradizione della cultura cinese la contemporaneità dei gesti più comuni del vivere quotidiano, con un utensile 2 in 1. Bacchette semplici da impugnare ed utilizzare che si trasformano, all’occorrenza, anche in un cucchiaio per gustare meglio tutti i tipi di cibi.
Un oggetto di food-design, prodotto da Propaganda, pratico e che semplifica la vita, vincitore anche del premio “good design 2006”.
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giugno 16th, 2007 by Ivana

I ricercatori dell’università dell’Illinois hanno sviluppato una nuova plastica capace di auto-ripararsi.
La notizia è davvero importante, ne sentii parlare qualche anno fa ma adesso, finalmente, il materiale è stato messo a punto. Una resina polimerica, possiamo definirla biomimetica, che si ispira ai processi rigenerativi della pelle umana.
A seguito di una rottura questa plastica è capace di rigenerarsi in poche ore (circa 10), grazie ad un sistema di sottilissimi canali (paragonabile ai nostri capillari) presenti nel composto polimerico nei quali è stato immesso un agente riparatore liquido ed un catalizzatore.
Il materiale studiato, per ora, riesce ad auto-ripararsi per un massimo di sette volte e le ricerche sono proprio volte a rendere la rigenerazione continua proprio come per la pelle umana.
Sicuramente quello delle plastiche capaci di auto-ripararsi è un settore importantissimo per la tecnologia legata ai computer, ma ancora di più per i dispositivi medici come le protesi, ma i campi d’applicazione sono davvero infiniti: dall’aerospaziale, al nautico fino ai nostri cellulari o mp3 che quotidianamente,almeno i miei, fanno un bel volo! Staremo a vedere…
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