maggio 6th, 2008 by Ivana

Ancora progetti interessanti nell’area dedicata ai giovani talenti: il Salone Satellite presenta Takashi Sato. Appendiabiti, sgabelli e lampade dal sapore ingegneristico.
Giapponese e giovanissimo, Takashi è un designer fresco fresco di produzioni. I suoi primissimi passi però promettono bene.
Da ingegnere a designer, Takashi indossa i nuovi vestiti con naturalezza, con lo spirito giusto dei designer e, ovviamente, con la precisione e la forma mentis tipica degli ingegneri, creando prodotti ibridi ed originali.
Tra i progetti esposti -Coat Hanger, Pata e Tongs rispettivamente un appendiabiti, uno sgabello e una lampada- ho apprezzato molto Coat Hanger e Pata. Quest’ultimo è uno sgabellino leggerissimo con anima in cartone, ricoperto di feltro. Apparentemente fragile riesce a reggere tranquillamente pesi considerevoli; ma la particolarità risiede soprattutto nella chiusura. Si apre e si chiude a fisarmonica, occupando pochissimo spazio, risultando quindi ottimo per la distribuzione del prodotto.
Coat Hanger è invece un appendiabiti particolare, caratterizzato da un’asta in legno e tre grucce di alluminio che essere composte in modo particolare per creare diversi modelli di sostegno. Anche Coat Hanger è sviluppato secondo un’ottica sostenibile. Smontato occupa pochissimo spazio (3pezzi + 3grucce) ed è semplicissimo l’assemblaggio. Le grucce pero’ le avrei preferite meno spigolose, un po’ più morbide e cicciottelle tipo quelle di Hanger. Il Giappone si fa sentire sempre di più. Che ne pensate? Altre foto Continua »
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maggio 5th, 2008 by Ivana

Ormai lo vedo dappertutto, lo inizio ad apprezzare. Anzi, a dir la verità lo vorrei in camera.
Meaning of Time arriva dagli Stati Uniti, ad opera del giovane designer Bomi Kim, ed è, come potete vedere, un insolito orologio.
Mi piacciono gli oggetti con i quali si può interagire e che possono cambiare veste quando e se vogliamo. E’ il principio di Meaning of Time. Un orologio dalle esigue dimensioni, che contempla due fori nei quali possiamo, con molta fantasia, inserirre quello che più ci rappresenta, o che ci piace, per trasformarlo in due originali ed uniche lancette.
Matite e rametti, come suggeriscono, ma anche penne, fiori, oggetti a cui siamo legati, cannucce…tutto può diventare un’ironica lancetta per scandire il nostro tempo, l’unico vincolo è il diametro del foro presente sull’orologio; ma con un po’ di ingegno i limiti si superano molto facilmente.
Che dire, lo vorrei subito in camera, sebbeno non amo e non indosso orologi questo lo esporrei fiera! Sarebbe bello trovare ogni giorno qualcosa da trasformare in lancette di Meaning of Time. C’è solo una cosa che mi lascia scettica. Come faccio a mettere nel muro quel coso da 2cm di diametro?? Mi sfugge qualcosa?
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maggio 3rd, 2008 by Ivana

Proprio pochi minuti fa ho finito di mangiarmi uno yogurt e, come tutte le volte, mi sono disperata per recuperare le ultime parti di yogurt presenti sul fondo agli angoli del vasetto.
Gira il cucchiaino, inclina il vasetto… solite manovre, che immagino facciamo tutti, per pulire il vasetto.
Mentre mangiavo non mi veniva in mente nessun progetto per risolvere questo problema, solo poche marche che producono vasetti leggermente arrotondati.
Ma cosa vedo navigando sul web?? Altro che vasetto arrotondato! Casca proprio a fagiolo l’ultimo progetto di food design del designer Nojae Park che, probabilmente stanco anche lui di scervellarsi per le ultime gocce di yogurt, ha pensato bene di riprogettare il cucchiaino e di regalargli una nuova forma, adatta alle spigolosità dei vasetti.
Una soluzione semplicissima ma efficace (adatta,ovviamente, non solo ai vasetti di yogurt): il cucchiaino, invece di avere la solita forma, è leggermente squadrato, questo pemette di infilarlo in tutti i punti più critici e recuperare il prodotto fino all’ultima goccia (evitando scene pazzesche alle quali qualche volta ho assistito).
Stesse prestazioni di un comune cucchiaino, garantisce lo stesso Park, ma più funzionalità. Ideale per chi non si accontenta mai! Altre foto Continua »
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maggio 2nd, 2008 by Ivana

E’ la filosofia giapponese quella che si respira nello spazio Guzzini alla Triennale di Milano in occasione del Salone del Mobile 2008. Multimaterialità, innovazione e design le caratteristiche principali.
Il progetto Multipli di cibo Food Design Made in Japan realizzato da Guzzini dialoga con le culture orientali. Grandi maestri e designer emergenti individuano nuovi percorsi nel rapporto tra forma e funzione nelle quattro fasi fondamentali per la preparazione del cibo: preparazione, servizio, consumo e conservazione.
Lo stile giapponese, razionale ed essenziale, si manifesta in tutto il suo fascino nei più di 36 progetti e prototipi esposti da altrettanti designer. Un nuovo stile, quello giapponese, che diventa sempre più realtà anche nella cultura occidentale delineando un nuovo atteggiamento alimentare contemporaneo denominato fusion.
Per chi adora la cucina orientale, sicuramente una mostra da non perdere. Tra i progetti di food design esposti ve ne propongo quattro: Kasane, Onighirini, Bamboo Tea Set e Bis.
Inizio proprio da Bis, un progetto realizzato Makio Hasuike. Ottimo per i party in piedi e per i momenti di relax, come lo stesso Hasuike suggerisce. Bis unisce la bellezza alla funzionalità, può essere mantenuto con una sola mano (reggendo la tazza) consumando il nostro pasto o stuzzichino aiutati dalla forchetta-cucchiaio progettata per essere efficiente e confortevole.
Kasane è un progetto dal sapore molto più orientale. Una “tovaglietta” multifunzione progettata dalla designer Mizuki Yamakawa. Kasane può essere utilizzato sia come una vera e propria tovaglietta all’americana, sia come un vassoietto per i party in piedi. Le particolari venature infatti, irrigidiscono per forma la tovaglietta che, una volta piegata su un lato, permette di inserire un bicchiere e le bacchette negli appositi alloggi sagomati e di avere un piccolo piano sul quale appoggiare il cibo e consumarlo Continua »
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maggio 2nd, 2008 by ADVERTISING

-Articolo a pagamento circuito ReviewMe- La forza pura e inarrestabile dell’acqua come ispirazione di un nuovo profumo per uomo HUGO BOSS: dalla fragranza al packaging.
Un prodotto complesso che abbraccia diversi ambiti: cosmetica, packaging, advertising e design. La potenza e la semplicità dell’acqua insieme per BOSS Pure. Un’interpretazione contemporanea del mondo sottomarino e dei colori essenziali e semplici dell’acqua sono evocati dalla confezione di BOSS Pure; un flacone accattivante e potente che richiama lo scintillio dell’acqua e che fa dialogare metaforicamente la purezza del vetro con la potenza del metallo.
Lo spot BOSS Pure, girato dal regista Howard Greenhalgh, è stato di difficile esecuzione. Per rappresentare al meglio la potenza dell’acqua è stato realizzato, appositamente per lo spot, un set particolare con un’enorme parete d’acqua per far interagire il modello (Chris Austad) con l’elemento naturale. Le immagini per la pubblicità su stampa sono invece state ideate da James Houston (celebre per le raffigurazioni naturali) il quale ha affermato “L’acqua sulla pelle ha un qualcosa di straordinariamente incredibile e sensuale”.
Per il pubblico femminile HUGO BOSS ha pensato ad Essence de Femme: un profumo ispirato alla femminilità e all’aura seducente delle donne Continua »
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aprile 30th, 2008 by Ivana

Molto interessanti i progetti esposti al Salone Satellite per questa 47esima edizione del Salone del Mobile. Ingegneristiche e anche un po’ cervellotiche le idee del giovane designer Naho Matsuno. Si chiamano Cube3 e Cube6 e sono rispettivamente due semplici cubetti che, una volta aperti, regalano 3 e 6 sgabellini-tavolini.
Per entrambi i cubi la procedura di apertura è semplice: basta estrarre gli sgabelli dalle varie facce del cubo, aiutandosi con le piccole aperture geometriche al centro di tutte le facce, e il gioco è fatto.
Cube3, come il nome suggerisce, regala 3 piccole sedute/tavolini dal design leggermente diverso rispetto a cube6, ma è probabilmente più semplice da richiudere. Per esigenze maggiori c’è Cube6 per sei sgabelli/tavolini piccoli e confortevoli. Minimo ingombro, ottima trasportabilità ed estrema efficienza per questo progetto che probabilmente solo una mente giapponese poteva concepire. Particolarissime le gambe delle sedute, ovviamente tutte diverse tra loro, proprio per permettere gli incastri e la chiusura perfetta del cubo.
Per quanto mi riguarda i nodi arrivano nella fase di riassemblaggio, quando da 6 sgabellini bisogna riformare il cubo. Il “cubo di Rubik” tra le mani della giapponesina sembrava assolutamente semplice e di immediata soluzione (io c’avrei messo una settimana!). Spero che il libretto di istruzioni non sia in giapponese!
Scherzi a parte mi è sembrata un’idea interessante, sostenibile e adatta a chi ama gli oggetti rompicapo. Altre immagini Continua »
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aprile 29th, 2008 by Ivana

Un nuovo concept per i ristoranti del Veneto. Prende ispirazione dalla Cornovaglia la scelta politica-sostenibile del Veneto: il primo menù a km 0.
La nuova corrente gastronomica parte da Padova, con il preciso intento di valorizzare le produzioni locali utilizzando materie prime reperite nel raggio di 100km. Una scelta che abbasserebbe i prezzi (sia per la reperibilità dei prodotti che per il consumo finale) e diminuirebbe sia i tempi di trasporto che dell’impatto ambientale. L’iniziativa rientra tra le attività di Coldiretti che hanno lo scopo di promuovere il consumo del patrimonio agroalimentare veneto.
Una felice iniziativa per incentivare l’utilizzo dei prodotti tipici e per promuovere un nuovo modo di vita più ecologico. Il traffico veicolare per il trasporto merci risulta infatti sensibilmente ridotto, così come le emissioni di CO2 nell’aria.
Un vero e proprio marchio quello dei Menù a Km0 per identificare un nuovo stile gastronomico, rispettando la natura e la stagionalità. Originale il menù: antipasto di nervetti di vitella di Arre (km 40), ravioli alle erbette con fonduta di cipolla di Chioggia (km 35) fiori di zucchina ripieni di ricotta di Soligo (km 93) e le pesche nettarine in gelatina di Moscato fior d’arancio dei colli Euganei (km 49).
Adesso la mia domanda nasce spontanea…ma non esistevano già gli agriturismi?!
( Lista dei pub di napoli . Adv)
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aprile 29th, 2008 by Ivana

Si chiama Repechage la collezione di gioielli ideata dalla fashion designer Francesca Caltabiano.
Ancora gioielli nello spazio Sparkling. Questa volta sono i ricordi i protagonisti principali dei monili creati da Francesca.
Nasce come ballerina ma la sua passione per il design la spinge fino a New York dove si laurea in Fashion Marketing. Una passione che si fonde a quella per le gemme preziose e che, unitamente ai vissuti newyorkesi, sfocia in un nuovo ed originale modo di concepire i gioielli.
Le sue collezioni prendono vita dai ricordi, ogni gioiello creato da Francesca è un concentrato di storia, un gioiello che cresce con chi lo indossa e si arricchisce di volta in volta di nuovi elementi. Repechage appunto, come “ripescaggio” di piccoli monili che utilizzavamo un tempo; singoli elementi che dialogano e che raccontano il nostro passato.
Un vecchio orecchino, una vecchia spilla o un vecchio anello: tutto può diventare l’inizio di un nuovo gioiello, di un pezzo assolutamente unico che, a differenza dei gioielli tradizionali, può rinnovarsi e aumentare il proprio valore storico e affettivo, semplicemente aggiungendo altri piccoli elementi, proprio come propone Francesca. Molte delle sue creazioni nascono insieme alle clienti, spesso partendo semplicemente da una foto di un vecchio gioiello: un passato da rielaborare, enfatizzare o semplicemente far rinascere, aiutati dalla passione e dalle ispirazioni di Francesca, tra le quali le canzoni di Giorgio Gaber (che hanno caratterizzato la sua infanzia e dalle quali prendono vita le collezioni Drago Mago) e la sua Sicilia Continua »
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aprile 28th, 2008 by Ivana

Hof 437, una seduta camaleontica ed ergonomica. 3 elementi per 9 combinazioni di sedute.
Un Salone Satellite ricco quest’anno al Salone del Mobile di Milano. Tra i vari progetti di cui vi parlerò mi ha interessato molto la seduta Hof 437 di Stefan Schweighofer -visto che il cognome è impronunciabile e difficile anche da scrivere lo chiamo semplicemente Stefan S. da adesso!-
Stefan S, designer austrialiano, mi ha colpito per il suo bizzarro vestitino da infermiere-cameriere e poi per la sua seduta. Ovviamente scherzo… La sua seduta è apparentemente semplice, semplicissima, ma studiata con attenzione per risultare funzionale e, soprattutto, ergonomica in tutte le diverse composizioni.
Tre semplici elementi che si traducono in ben nove posizioni per sedersi o sdraiarsi, tutte comode e rilassanti. Due “sedute” e un piccolo elemento di forma cilindrica che trasformano un pouf piccolo e indiscreto in chaise longue, in seduta per meditazione o per stare accoccolati, per leggere o per rilassarsi……. Un elemento ottimo per soddisfare tutti i bisogni individuali.
Hof437 è realizzato in schiuma fredda con supporti interni in legno ed è rivestito in feltro 100% lana tosata, disponibile in diversi colori. E’ morbido ma regala un giusto sostegno alla schiena sia da sdraiati che da seduti. Poche mosse per varie configurazioni una più interessante di un’altra. Guarda le foto Continua »
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aprile 24th, 2008 by Ivana

Maria Pina Pintus, alias PimariPì, una creativa che ha trasferito il concetto di preziosi all’ambiente domestico.
Nello spazio Sparkling, in Zona Tortona, mi hanno colpito molto i gioielli di Pimaripì. Un po’ come Riccardo Dalisi, Pimaripì progetta senza pensare: i suoi gioielli prendono vita tra le sue mani, senza un disegno ben preciso, dettati solo dall’ispirazione del momento pronti a manifestare l’espressione interiore di Maria Pina.
Filati pregiati, intrecciati con cura per formare “ricami” preziosi suggestivi e di impatto. Aiutata solo dalle sue mani (o da uncinetti) i suoi gioielli sono delle piccole opere d’arte che raccontano la sensibilità e la creatività di Pimaripì. Creazioni insolite ed uniche, ispirate spesso allo stile liberty (corrente artistica che Maria Pina adora). Incredibilmente bello il collier, uno dei suoi pezzi preferiti (potete vederlo nelle foto alla fine dell’articolo), un “ricamo” etereo, caratterizzato da rose stilizzare, leggermente geometriche.
Gioielli, appunto, ma anche oggetti-gioiello destinati agli ambienti domestici. Pimaripì trasferisce il concetto di ornamento personale alle nostre abitazioni e agli oggetti di tutti i giorni: complementi per la tavola, accessori per i tendaggi, bicchieri… Tutto rigorosamente fatto a mano ed assolutamente unico Continua »
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