Il nuovo semaforo di Hanyoung Lee

maggio 8th, 2008 by Ivana

Virtual Wall, il semaforo di Hanyoung Lee

Obsoleti e poco funzionali, è tempo di nuovi semafori più tecnologici ed efficaci. E’ tempo di Virtual Wall.

Sono le parole del designer Hanyoung Lee che, stanco probabilmente degli automobilisi distratti, ha pensato di ingrandire notevolmente i piccoli segnali luminosi rossi ai lati delle strade, in favore di vere e proprie pareti virtuali che, all’occorrenza, compaiono tra le strade trafficate aiutando i poveri pedoni ad attraversare. Un muro virtuale per l’attraversamento pedonale.

Il progetto prende il nome di Virtual Wall, un semaforo molto particolare. Da un estremo all’altro della strada, da due paletti particolari, fuoriescono i raggi laser che formano la parete virtuale, rossa proprio come i tradizionali semafori, ma con gigantografie animate di persone che attraversano la strada. Elementi di grandi dimensioni che, senza dubbio, catturano l’attenzione degli automobilisti.

Ovviamente stiamo parlando di costi significativi (sia di produzione che di manutenzione) a fronte, però, di una maggiore sicurezza per i pedoni dei quali, purtroppo, conosciamo sempre più le tristi sorti. 

Il raggio laser taglia a metà le automobili fermando per sempre la corsa degli automobilisti più distratti. Ah no scusate, queste cose succedono solo nel film di 007!!! Torno seria dai. Virtual Wall, costi a parte, mi sembra un buon progetto per tutelare i pedoni, innovativo ed efficace. Foto  Continua »

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Salone Satellite: i progetti di Takashi Sato

maggio 6th, 2008 by Ivana

Salone Mobile 08: Takashi Sato

Ancora progetti interessanti nell’area dedicata ai giovani talenti: il Salone Satellite presenta Takashi Sato. Appendiabiti, sgabelli e lampade dal sapore ingegneristico.

Giapponese e giovanissimo, Takashi è un designer fresco fresco di produzioni. I suoi primissimi passi però promettono bene.

Da ingegnere a designer, Takashi indossa i nuovi vestiti con naturalezza, con lo spirito giusto dei designer e, ovviamente, con la precisione e la forma mentis tipica degli ingegneri, creando prodotti ibridi ed originali.

Tra i progetti esposti -Coat Hanger, Pata e Tongs rispettivamente un appendiabiti, uno sgabello e una lampada-  ho apprezzato molto Coat Hanger e Pata. Quest’ultimo è uno sgabellino leggerissimo con anima in cartone, ricoperto di feltro. Apparentemente fragile riesce a reggere tranquillamente pesi considerevoli; ma la particolarità risiede soprattutto nella chiusura. Si apre e si chiude a fisarmonica, occupando pochissimo spazio, risultando quindi ottimo per la distribuzione del prodotto.

Coat Hanger è invece un appendiabiti particolare, caratterizzato da un’asta in legno e tre grucce di alluminio che essere composte in modo particolare per creare diversi modelli di sostegno. Anche Coat Hanger è sviluppato secondo un’ottica sostenibile. Smontato occupa pochissimo spazio (3pezzi + 3grucce) ed è semplicissimo l’assemblaggio. Le grucce pero’ le avrei preferite meno spigolose, un po’ più morbide e cicciottelle tipo quelle di Hanger.  Il Giappone si fa sentire sempre di più. Che ne pensate? Altre foto  Continua »

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Meaning of Time: le lancette le fai tu

maggio 5th, 2008 by Ivana

Orologio Meaning of time di Bomi Kim

Ormai lo vedo dappertutto, lo inizio ad apprezzare. Anzi, a dir la verità lo vorrei in camera.

Meaning of Time arriva dagli Stati Uniti, ad opera del giovane designer Bomi Kim, ed è, come potete vedere, un insolito orologio.

Mi piacciono gli oggetti con i quali si può interagire e che possono cambiare veste quando e se vogliamo. E’ il principio di Meaning of Time. Un orologio dalle esigue dimensioni, che contempla due fori nei quali possiamo, con molta fantasia, inserirre quello che più ci rappresenta, o che ci piace, per trasformarlo in due originali ed uniche lancette.

Matite e rametti, come suggeriscono, ma anche penne, fiori, oggetti a cui siamo legati, cannucce…tutto può diventare un’ironica lancetta per scandire il nostro tempo, l’unico vincolo è il diametro del foro presente sull’orologio; ma con un po’ di ingegno i limiti si superano molto facilmente.

Che dire, lo vorrei subito in camera, sebbeno non amo e non indosso orologi questo lo esporrei fiera! Sarebbe bello trovare ogni giorno qualcosa da trasformare in lancette di Meaning of Time. C’è solo una cosa che mi lascia scettica. Come faccio a mettere nel muro quel coso da 2cm di diametro?? Mi sfugge qualcosa?

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Salone Satellite: i Cubi di Naho Matsuno

aprile 30th, 2008 by Ivana

Salone Satellite: Cube3 e Cube6

Molto interessanti i progetti esposti al Salone Satellite per questa 47esima edizione del Salone del Mobile. Ingegneristiche e anche un po’ cervellotiche le idee del giovane designer Naho Matsuno.  Si chiamano Cube3 e Cube6 e sono rispettivamente due semplici cubetti che, una volta aperti, regalano 3 e 6 sgabellini-tavolini.

Per entrambi i cubi la procedura di apertura è semplice: basta estrarre gli sgabelli dalle varie facce del cubo, aiutandosi con le piccole aperture geometriche al centro di tutte le facce, e il gioco è fatto.

Cube3, come il nome suggerisce, regala 3 piccole sedute/tavolini dal design leggermente diverso rispetto a cube6, ma è probabilmente più semplice da richiudere. Per esigenze maggiori c’è Cube6 per sei sgabelli/tavolini piccoli e confortevoli. Minimo ingombro, ottima trasportabilità ed estrema efficienza per questo progetto che probabilmente solo una mente giapponese poteva concepire.  Particolarissime le gambe delle sedute, ovviamente tutte diverse tra loro, proprio per permettere gli incastri e la chiusura perfetta del cubo.

Per quanto mi riguarda i nodi arrivano nella fase di riassemblaggio, quando da 6 sgabellini bisogna riformare il cubo. Il “cubo di Rubik” tra le mani della giapponesina sembrava assolutamente semplice e di immediata soluzione (io c’avrei messo una settimana!). Spero che il libretto di istruzioni non sia in giapponese!

Scherzi a parte mi è sembrata un’idea interessante, sostenibile e adatta a chi ama gli oggetti rompicapo. Altre immagini  Continua »

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Viaggiando con Ikea

aprile 11th, 2008 by Ivana

Treno IKEA

Smart Marketing. Ikea arreda i treni dei passeggeri del Portliner. Treni colorati, comodi e rilassanti.

Stanchi dei soliti treni? Vorreste un treno arredato di tutto punto con comodi divani e tendine colorate? Basta fare un “salto” a Kobe, in Giappone, e il gioco è fatto!

E’ l’ultima trovata dell’IKEA, leader svedese dell’arredamento, per promuovere l’apertura di un nuovo outlet-store a Port Island il prossimo 14 Aprile.

Un vero e proprio showroom mobile per intrattenere piacevolmente i passeggeri (un’esempio più articolato dello Store Bus Adidas). Mobili e tappezzerie vivaci per un treno arredato in perfetto stile IKEA. Fino al 6 Maggio all’interno di ogni vagone saranno esposti i pezzi della nuova collezione IKEA. Vagoni tematizzati e colorati all’interno dei quali i passeggeri potranno testare i divani, ammirare le fantasie dei tessuti ed entrare in contatto col mondo IKEA apprezzandone la qualità e la bellezza dei prodotti.

Un treno particolare che attira l’attenzione dei passanti anche per le decorazioni esterne, anche queste in stile IKEA. Un richiamo allegro per tutti i passeggeri del Sol Levante che, poverini, ancora non conoscono il magnifico mondo IKEA.

Solo qui non fanno mai niente di esaltante..sempre i soliti treni grigiolini e puzzolenti (fatta eccezione per il Minuetto di Giugiaro). Nemmeno l’IKEA ci salva… Guarda tutti gli interni   Continua »

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Toyota 1/x : l'auto sostenibile

aprile 10th, 2008 by Ivana

Toyota 1/xAuto ecologiche? Toyota insegna. 1/x (1 fratto X e si legge one/xth) è la concept car di ultima generazione ideata dalla Toyota. Cosa non hanno inventato i giapponesi???

Eco-sostenibile ed innovativa, ma soprattutto leggera in tutti i sensi. Toyota sottolinea il concetto di autovettura sostenibile ponendo l’attenzione sulla leggerezza.

Il nome dell’autovettura, 1/x, è infatti riferito alle riduzioni che Toyota ha messo a punto in termini di peso, emissioni e consumi (fattori estremamente correlati)

Un’autovettura leggerissima, realizzata in fibre di carbonio e particolari strutture polimeriche più leggere e resistenti delle attuali utilizzate in campo automobilistico (i crash test confermano) . Tutto, nella Toyota 1/x è stato studiato attentamente in un’ottica di riduzione e leggerezza materica.

Sono sicura che questa automobile colpirà positivamente il caro prof. Francesco Fittipaldi, il quale non si stancherà mai di ripeterci quanto sia importante, per la mobilità sostenibile, progettare autoveicoli leggeri con conseguenti ricadute positive sui consumi, emissioni nonchè sulla sicurezza stessa dell’autoveicolo.

Nella 1/x anche i sedili sono estremamente leggeri ma, Toyota garantisce, assolutamente comodi e curati. Il design della concept car, fortemente voluto dai designer della Toyota, declina magistralmente compattezza e vivibilità in un’auto con grandi superfici vetrate e spazi sapientemente sfruttati. Il design è praticamente identico alla Prius ma il peso della 1/x e di tre volte inferiore!

Particolarmente interessante è il tetto, realizzato in bio-plastica trasparente e il cruscotto interamente rivestito di LED che illuminano anche, in maniera molto soft, l’interno dell’abitacolo. Ovviamente anche per il motore è stato fatto uno studio accurato; è composto da un motore 500cc Flexifuel endotermico ed un motore elettrico (alloggiato sotto i sedili posteriori) con tecnologia Plug-in per la ricarica veloce dagli impianti domestici e garantisce più di 600 miglia con 4 galloni di carbutante (adesso non chiedetemi quanto sono 4 galloni… chiedo l’aiuto da casa, non lo so:) )

420Kg di design e tecnologia. La compriamo? Altre immagini  Continua »

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Nendo Design. Matite da mangiare!

aprile 7th, 2008 by Ivana

Nendo, Chocolate Pencil

Proprio pochi giorni fa ho parlato della sedia Cabbage, l’utima creazione Nendo Design. Facendo un giretto sul loro sito, sempre aggiornatissimo, ho trovato anche questa idea per il food-design.

Certo, non è geniale come Cabbage, ma è comunque interessante.

Sarà che mangio cioccolata a vagonate, ma le Chocolate Pencil mi hanno subito ispirata! Create in collaborazione con la famosa pasticceria Tsujiguchi Hironobu, nascono dall’idea di vivere il dessert in prima persona, decorandolo con le proprie mani, con il cioccolato che più ci piace e nelle quantità che desideriamo!

Il dessert viene servito su un apposito piatto che prevede tanti solchi-alloggi per le varie matite che andranno letteralmente temperate (è compreso anche il temperino infatti) per formare tante scagliette di cioccolata che decoreranno il dolce. Un “porta pastelli” con tanti gusti (fondente, bianca, gianduia, al latte) pronti da temperare e, perchè no, mordicchiare.  Da scarto (quello delle vere matite) a gustoso decoro per dolci. 

Ho solo delle perplessità sul lato del piatto destinato al dessert. Non essendo liscio credo sia difficile raccogliere i pezzetti di cioccolata e del dolce stesso con un cucchiaino. Sarebbe stato meglio un lato liscio e uno con i solchetti. Comunque è un’esperienza da provare.

L’idea, lo so, non è da Red Dot Award ma mi sembra carina. Adesso perdonatemi, mi è venuta voglia di cioccolata! Altre Foto Continua »

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Le stampelle-sedute ischiatiche di Yong Rok Kim

aprile 4th, 2008 by Ivana

Stampella-Seduta Ischiatica

Ancora una volta design e salute viaggiano di pari passo. Yong Rok Kim progetta le stampelle ischiatiche. Il design sociale si fa sempre più sentire.

Fortunatamente non mi è mai capitato di ingessarmi una gamba, ma un braccio sì, putroppo, e posso garatire che è una cosa estremamente fastidiosa che costringe i poveri malcapitati a degenze anche di vari mesi (tra ingessatura e fisioterapie varie).

Tra le cose più seccanti non va sottovalutato il problema peso che, ovviamente, nel caso di ingessatura della gamba è ancora più gravoso.  Sono infatti diversi i kili che bisogna trascinarsi anche se le stampelle, in qualche modo, aiutano la deambulazione.

Il problema emerge soprattutto quando ci si deve fermare, magari per aspettare un pullman, e si è costretti a scaricare tutto il peso del corpo sulla gamba sana. Bastano pochi minuti e la povera gambetta inizia a dare segni di cedimento. Senza sedute (valle a trovare alle fermate dei bus!!) è veramente difficile resistere più di cinque minuti.

Chissà se il designer Yong Rok Kim ha provato sulla sua pelle questa situazione o ha semplicemente osservato qualcuno. Sta di fatto che l’idea che ha avuto è molto interessante. Le stampelle che ha progettato possono essere unite per creare una sorta di seduta ischiatica (per intenderci quelle sedute dove è possibile appoggiare parte del sedere restando comunque in piedi) dove potersi appoggiare senza affaticarsi. Un piccolo gesto e le due stampelle, tramite piccoli agganci, si uniscono creando una piccola seduta.

Magari il design non è curatissimo (sicuramente non vi piacerà!) ma almeno non sono le solite stampelle nere e tristissime e l’idea mi sembra interessante. Che dite? Altre immagini   Continua »

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Wardrom, il guardaroba per disordinati

aprile 2nd, 2008 by Ivana

Guardaroba Wardrom

Wardrom, un guardaroba sui generis ideale per chi va sempre di fretta. Se siete tra quelli che odiano il disordine e le magliette sgualcite, questo prodotto non fa per voi!

Non so se qualche volta è capitato anche a voi di ricevere improvvisamente qualche amico ed avere la camera totalmente sotto sopra! In quei pochi secondi, tra citofonata e porta, appallottoliamo i vestiti e li buttiamo nel primo buco che ci troviamo sotto mano: nell’armadio, nei cassetti, sotto il letto nel vano tentativo di mettere in ordine il più velocemente possibile!

Tre giovani designer -Simone Bartolucci, Valerio Ciampicacigli e Gabriel Berretta- hanno forse risolto questo problema con un guardaroba assurdo (mi permetto di dire come loro:) ).  E’ Wardrom e nasce per “valorizzare il disordine” e per chi si spoglia in fretta e furia abbandonando i propri vestiti dove capita. Ideale anche per chi vuole sfogarsi un po’ scaraventando i vestiti contro la parete-armadio con un gesto istintivo e liberatorio. Mettere in “ordine” non è mai stato tanto divertente!

Wardrom è un guardaroba assemblabile caratterizzato da tanti “peli” semi-rigidi, disposti ad arte su una superficie, perfetti per catturare gli indumenti. Ideato per “il ragazzo disordinato del nuovo millennio“, è sicuramente un elemento di arredo che farà felici tanti ragazzi (ma forse un po’ meno le mamme…). Iniziamo a lanciare??? Altre foto Continua »

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Il design è morto. Philippe Starck chiede scusa e confessa

marzo 31st, 2008 by Ivana

Philippe Starck

Philippe Starck abbandona il design e chiede scusa per i prodotti disegnati in questi ultimi anni. Trovata pubblicitaria o reale pentimento???

Ormai è sulla bocca di tutti. Il mondo del design è sconvolto. Philippe Starck, classe 1949, uno dei designer contemporanei  più famosi al mondo chiede scusa per le sue creazioni.

Era il 13 Marzo quando al giornale tedesco Die Zeit rilascia la seguente dichiarazione “Chiedo scusa per essere stato un produttore di materialitá. Tutto ció che ho disegnato non era affatto necessario. Smetteró del tutto la carriera di designer fra due anni; voglio fare qualcos’altro ma non so ancora cosa…vorrei trovare un nuovo modo per esprimermi. Il design é un’orribile forma espressiva” continua addirittura dicendo “in futuro non ci saranno piú designer perché i designer del futuro saranno i vari personal trainer e dietologi”. Il tutto si conclude con una delle sue frasi più gettonate : “Quello di cui piú abbiamo bisogno é saper amare”.

Probabilmente sotto l’effetto di qualche strana droga, ha comunque un velo di verità quello che ha dichiarato. Alcuni prodotti facevano veramente…… vomitare (per non dire altro!!!), penso solo all’orso TeddyBearThe Face o Patastarck (mi fermo qui va). Oggetti veramente inutili e discutibili. Ma, al di là di queste pazzie, che comunque ci si aspetta da un tipo bizzarro come Philippe, gran parte dei suoi prodotti non mi sembrano così inutili e da buttar via. Molti sono diventati veri e propri pezzi di design d’autore (come lo spremiagrumi Juicy Salif – accanto a me in questo momento!)

Il buontempone francese promette di abbandonare la scena entro, massimo, due anni e di voler fortemente dedicarsi a qualcos’altro, che ancora non ha deciso. Se qualcuno ha qualche proposta si faccia avanti, a breve il caro Filippo sarà disoccupato (anche se con tutti i soldi che avrà in banca non sarà un problema!). Aspetto ansiosa le repliche di altri grandi del design come il caro Rashid, la bellissima Zaha Hadid, Ron Arad, il mitico Lovegrove…. chissà se qualcun’altro si passerà la mano sulla coscienza e deciderà di seguire le orme del francesino.

Per il momento resto comunque amareggiata e incredula. Magari è una bufala o semplicemente un modo non molto carino di farsi ancora più pubblicità. Voi che pensate?

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