Stadio Olimpico di Pechino: il Bird's Nest

luglio 23rd, 2008 by Ivana

The Bird\'s NEst, il nido. Stadio Olimpico Pechino 2008

Il National Stadium o The Bird’s Nest, letteralmente il “nido di uccello”, è l’ultima megastruttura architettonica realizzata a Pechino in occasione delle prossime Olimpiadi 2008.

Una struttura affascinante dove oltre 35.000 tonnellate di acciaio si intrecciano, come esili ramoscelli, per dar vita al “nido” più particolare della terra, un nido che accoglierà più di 90mila increduli spettatori delle Olimpiadi di Pechino (il via ad Agosto).

Il progetto, ideato dagli architetti svizzeri Herzog e de Meuron, è risultato il vincitore del concorso bandito nel 2002 proprio grazie alle sue forme morbide, originali ed organiche. Una forma data da innumerevoli intrecci che, oltre a regalare una bellissima opera di architettura contemparanea, risultano un interessante e meticoloso capolavoro di ingegneria.

Tutta la struttuta è ricoperta da due strati di materiale traslucido: l’EFTE (lo stesso materiale utilizzato per lo stadio del nuoto Water Cube di Pechino). Questo materiale, dalle prestazioni sorprendenti (una delle tante è che quando brucia non emette nè fuoco nè fumo) è utilizzato sia come membrana protettiva resistente agli agenti atmosferici, sia come (per la membrana interna) isolante acustico. Parte integrante della struttura è il tetto del “nido”, un guscio trasparente che consente il riflesso di fasci di luce all’esterno (e protegge gli spettatori da eventuali piogge).

I percorsi interni sono “segnati” da elementi in ardesia, intervallati da boschetti di bamboo, blocchi in pietra e piccoli giardini coperti. In questa architettura, in cui facciata e struttura coincidono, l’effetto visivo è sorprendente, nonostante la semplicità e l’essenzialità dell’idea. Dalla natura c’è sempre da imparare. Le foto Continua »

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Vespa, la storia più bella del design italiano

luglio 18th, 2008 by Ivana

Vespa Piaggio, il mito che non tramonta mai. Un prodotto che ha rivoluzionato l’Italia degli anni ’50, i modi di vivere e di pensare i traporti.

Nacque dal rapporto sinergico tra Enrico Piaggio e Corradino D’Ascanio, un ingegnere aeronautico nonchè geniale inventore, quando in Italia si rimuovevano ancora le macerie della guerra e la benzina arrivava di tanto in tanto dall’America ed era razionata come il pane e le sigarette. Fu proprio in quel periodo che D’ascanio e Piaggio decisero di far muovere l’Italia su due ruote e mai intuizione è stata così vincente!

Il successo della Vespa fu un boom da tutti i punti di vista. Finanche il cinema subì il suo tremendo fascino, basti pensare ad alcuni film come “Vacanze Romane“, “American Graffiti“, “Il talento di MR.Reply“, “La carica dei 101” o “Caro Diario” (solo per citarne alcuni).

La Vespa, l’”orgoglio della modestia” italiana, con il suo design morbido e sinuoso ha in poco tempo invaso il mercato nazionale battendo sui numeri e sul consenso del pubblico la “rivale” Lambretta di Cesare Pallavicino (quella dell’Italia più snob del “lusso necessario“) dal design più schematico e discontinuo rispetto allo scooter disegnato da D’Ascanio, del quale lo stesso Enrico Piaggio disse “Sembra una vespa con quel sedere a bulbo!” .

Quella che da molti veniva considerato un “trabiccolo” destinato a durare pochi anni, ben presto entrò nel cuore di tutti gli italiani. Il buon umore italiano ritornava il sella, con una nuova possibilità di liberarsi dalla routine e dalle giornate ripetitive; il mezzo per non iniziare la giornata di lavoro con l’umiliazione del treno operaio o del tram che ti passa avanti completo.

Era anche il principio di un nuovo rapporto tra i due sessi: alcuni giornalisti hanno scritto: “trovi un pezzo di strada sconnessa e la ragazza ti si stringe addosso per un senso si conservazione. Uno spasso“. Ma la Vespa rappresentò molto di più, fu anche una molla per l’emancipazione della donna per sganciarsi dagli schemi casa-e-bottega.

La never ending story della Vespa, una storia che non ha visto crisi, 62anni di vita, 145 modelli e più di 17milioni di pezzi venduti in tutto il mondo!! Continua »

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Filippe Starck: la vendetta!

giugno 17th, 2008 by Ivana

BBC e Starck

A volte ritornano…e Philippe Starck è già tornato! Ci aveva lasciati nemmeno due mesi fa con le sue “scuse”, lasciandoci tutti senza fiato, a piangere e a strapparci i capelli! Ma non temete, il caro buontempone ritorna più buontempone che mai con i suoi nuovi programmi. E che programmi, anzi, che programma!

Starck e BBC2, un nuovo connubio presto in tv. Il francesino tutto pepe si prepara per il suo primo reality show . Sarebbe più corretto chiamarlo talent-show, considerando che si tratterà di un programma dedicato ai nuovi designer. Una scuola per far crescere nuovi talenti e dare vita a nuove idee. Amici di Maria de Filippi, ah no scusate… Amici di Philippe Starck cerca quindi nuove leve. Dieci giovani aspiranti designer pronti a disegnare il must-have del nostro secolo. Se vi trovate in Inghilterra, in questo momento sono aperti i casting per entrare a far parte della scuola.

Lunghi ed intensi mesi di affiancamento, schizzi, render e concept che porteranno il team alla realizzazione dell’oggetto del desiderio del XXI secolo! Il programma, già studiato in tutte le sue parti, avrà luogo a Parigi, proprio nello studio di Starck. Il vincitore del concorso lavorerà per sei mesi assieme al celebre designer e al suo team.

Che dire, le sue scuse, studiate a tavolino, si sono dimostrate un’ottima trovata pubblicitaria. Speriamo almeno che il programma possa insegnarci qualcosa…

Purtroppo il contest è dedicato solo ad un pubblico inglese, ma per chi volesse saperne di più si può scrivere al seguente indirizzo – schoolofdesign@twofour.co.uk – o visitare il sito della TwoFour (compagnia televisiva inglese). In bocca al lupo!

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Kartell: il design organico di Lovely Rita

giugno 9th, 2008 by Ivana

Mensola Lovely Rita. Ron Arad per Kartell

Ron Arad disegna Lovely Rita, la mensola libera e sinuosa.

Sembra quasi modellata da un soffio di vento la mensola Lovely Rita. Il design così fluido e organico la rendono particolarmente attraente e sinuosa, caratteristiche comuni a molti oggetti di casa Kartell.

Un marchio sinonimo di qualità e, ovviamente, di design italiano. Kartell è leader in Italia e all’estero per l’arredamento Made in Italy, con i suoi 59 anni di storia magistralmente raccontati attraverso tutti i suoi prodotti che esprimono il linguaggio e l’atmosfera del periodo in cui sono nati ma, allo stesso tempo, sono degli oggetti contemporanei che portano con sè molti altri valori e messaggi. Tutto questo li ha resi parte integrante del nostro paesaggio domestico.

Lovely Rita è una mensola modulare, caratterizzata da tanti piccoli elementi -2 moduli di base per sei differenti colori- tali che a seconda di come vengono disposti alla parete, si possono creare mensole di dimensioni e forme mutevoli e ampliabili all’infinito (parete e soldi permettendo). E’ l’ideale per libri e piccoli oggetti o per decorare una parete con un tocco di design.

Bella è bella, senza dubbio, ma ricorda un po’ troppo la versione movimentata della più famosa BookWorm, realizzata sempre per Kartell e sempre da Ron Arad. Forse era a corto di idee? Di certo tra BookWorm e Lovely Rita passano solo tre anni (1993 e 1996) forse il nostro amico Arad voleva solo modificarla un po’.. si sa, non si è mai soddisfatti al 100% delle proprie opere. Siamo clementi almeno questa volta? Immagini  Continua »

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Makio Hasuike: sperimentazione e design

maggio 22nd, 2008 by Ivana

Makio Hasuike Prodotti MH Way

Se fosse ancora vivo Bruno Munari probabilmente definirebbe Makio Hasuike un VERO designer: una figura importante che “sa scegliere i materiali più adatti, le tecnologie più giuste, che sa tener conto delle componenti psicologiche, del costo e di ogni funzione(…)”. Un progettista autentico, attento ai bisogni degli utenti e alla funzionalità dei propri prodotti. Questo è senza dubbio Makio Hasuike, considerato da molti uno dei designer più interessanti delle produzioni italiane.

Italiano di adozione dal 1964 (nasce a Tokio nel 1938) fa della sperimentazione la sua principale attività progettuale. Prodotti funzionali caratterizzati sempre da un’estetica semplice ma raffinata. Molti dei suoi prodotti, sebbene ideati più di 20 anni fa, continuano ad avere un appeal contemporaneo e seducente.

Prendo in esempio alcuni oggetti pensati per architetti, designer, grafici e studenti: Croma -1982-, Piuma -1983-, Impronta -1985- e Zoom -1986- (solo per citarne alcuni). Sicuramente sono oggetti conosciuti da tutti, magari utilizzati quotidianamente. Nascono tutti dalla ricerca dei nuovi materiali, dalle caratteristiche fisiche, meccaniche ed estetiche di questi ultimi. Piuma ne è un esempio. La cartellina più copiata al mondo che ha rivoluzionato l’idea della tradizionale cartelletta in cartone. Il nuovo materiale (polipropilene) non solo non faceva sgualcire i progetti  ma li custodiva e li proteggeva anche in caso di pioggia. Stesso discorso vale anche per Zoom, anche se a questo si aggiunge una nuova configurazione per il trasporto (a spalla) Continua »

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Fabio Novembre al Fuori Salone

aprile 23rd, 2008 by Cremino

Fabio Novembre

Fabio Novembre è oggi, sicuramente, uno dei talenti più originali e sorprendenti della nuova generazione del design italiano ed internazionale.

41 anni, leccese, milanese d’adozione dai tempi dell’università. E’ uno dei giovani designer-architetti più noti al livello internazionale perché sa essere carismatico, imprevedibile e abile nel firmare progetti per negozi (splendido quello di Roma), alberghi e locali ma anche divani, tavoli e oggetti che spiazzano e aprono nuovi orizzonti.

La potenza visionaria degli interni e degli oggetti disegnati da Novembre negli ultimi 15 anni (capita a pochi di avere una retrospettiva a soli 41 anni), la dimensione sartoriale con cui costruisce gli spazi piegando la materia verso condizioni e qualità inaspettate, la capacità di pensare al design come una realtà diversa, inquinata positivamente da discipline apparentemente lontane come musica, cinema, l’arte contemporanea e la moda, propongono un modo inaspettato di pensare il progetto oggi.

La sua storia è una sorta di naturale evoluzione che supera la generazione “dei padri” nobili del design italiano, insieme è uno scarto improvviso che apre scenari da percorrere per il prossimo futuro e l’avvento di un sicuro protagonista di una nuova generazione di creativi italiani Continua »

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Il design è morto. Philippe Starck chiede scusa e confessa

marzo 31st, 2008 by Ivana

Philippe Starck

Philippe Starck abbandona il design e chiede scusa per i prodotti disegnati in questi ultimi anni. Trovata pubblicitaria o reale pentimento???

Ormai è sulla bocca di tutti. Il mondo del design è sconvolto. Philippe Starck, classe 1949, uno dei designer contemporanei  più famosi al mondo chiede scusa per le sue creazioni.

Era il 13 Marzo quando al giornale tedesco Die Zeit rilascia la seguente dichiarazione “Chiedo scusa per essere stato un produttore di materialitá. Tutto ció che ho disegnato non era affatto necessario. Smetteró del tutto la carriera di designer fra due anni; voglio fare qualcos’altro ma non so ancora cosa…vorrei trovare un nuovo modo per esprimermi. Il design é un’orribile forma espressiva” continua addirittura dicendo “in futuro non ci saranno piú designer perché i designer del futuro saranno i vari personal trainer e dietologi”. Il tutto si conclude con una delle sue frasi più gettonate : “Quello di cui piú abbiamo bisogno é saper amare”.

Probabilmente sotto l’effetto di qualche strana droga, ha comunque un velo di verità quello che ha dichiarato. Alcuni prodotti facevano veramente…… vomitare (per non dire altro!!!), penso solo all’orso TeddyBearThe Face o Patastarck (mi fermo qui va). Oggetti veramente inutili e discutibili. Ma, al di là di queste pazzie, che comunque ci si aspetta da un tipo bizzarro come Philippe, gran parte dei suoi prodotti non mi sembrano così inutili e da buttar via. Molti sono diventati veri e propri pezzi di design d’autore (come lo spremiagrumi Juicy Salif – accanto a me in questo momento!)

Il buontempone francese promette di abbandonare la scena entro, massimo, due anni e di voler fortemente dedicarsi a qualcos’altro, che ancora non ha deciso. Se qualcuno ha qualche proposta si faccia avanti, a breve il caro Filippo sarà disoccupato (anche se con tutti i soldi che avrà in banca non sarà un problema!). Aspetto ansiosa le repliche di altri grandi del design come il caro Rashid, la bellissima Zaha Hadid, Ron Arad, il mitico Lovegrove…. chissà se qualcun’altro si passerà la mano sulla coscienza e deciderà di seguire le orme del francesino.

Per il momento resto comunque amareggiata e incredula. Magari è una bufala o semplicemente un modo non molto carino di farsi ancora più pubblicità. Voi che pensate?

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Mr. Impossible: Starck per Kartell

marzo 13th, 2008 by Ivana

Mr. Impossible, Starck & Kartell

Nuova arrivata anche in casa Kartell. Dopo Endless Nile, l’ultima creazione di Rashid, arriva Mr. Impossible la super-seduta firmata Philippe Strack.

Starck e Kartell insieme rappresentano il connubio perfetto tra design e materiali plastici; produzioni sempre originali, colorate e vivaci che sottolineano ed esaltano le qualità espressive dei polimeri unitamente alla loro versatilità. Prodotti che, nel tempo, hanno esaltato e nobilitato il ruolo delle plastiche, affermandole sempre più in ambito di design ricercato ed elegante.

Mr Impossible è stata presentata a Milano, il 6 Marzo scorso, presso il flagstore Kartell per festeggiare i vent’anni di collaborazione tra Starck e Kartell. Dal 1988 ad oggi sono stati tantissimi i prodotti di design sfornati dal francesino tutto pepe e dall’italiana Kartell, pensiamo solo a Eros, Luois Ghost o Dr. No.

Mr. Imposible rappresenta la “sfida impossibile” vinta, però, grazie al sapiente utilizzo del materiale utilizzato (policarbonato) e degli spessori studiati al decimo di millimetro.

L’apparenza fragile ed evanescente è assolutamente smentita dalla robustezza di tutta la seduta ottenuta tramite una nuova tecnica di saldatura tra la seduta (la parte colorata) e la struttura (parte trasparente). Giochi di colori e trasparenze sono ancora la parola chiave del connubio Kartell-Starck.

Per chi volesse acquistarla, a breve sarà disponibile a 240€ in tante allegre varianti cromatiche. Foto Continua »

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Endless Nile: Karim Rashid ritorna

marzo 12th, 2008 by Ivana

Endless Nile

Endless Nile, un prodotto sintesi di design, arte e cultura.

Ritorno volentieri a parlare di Karim Rashid, la super star del design mondiale, e della sua ultima creatura Endless Nile.

Mi lascia senza fiato questa -se mi permettete- opera d’arte. Una scrivania che si trasforma in seduta che prende vita nello spazio in un’ unica linea infinita, senza soluzione di continuità, voluttuosa ed emozionante. Stile unico quello di Rashid che quasi sempre ci sforna chicche di design assolutamente originali e belle. Dopo la seduta Poly, opinabile e poco originale (ma anche i grandi possono toppare qualche volta) Karim si rifà alla grande con Endless Nile, una scrivania-seduta elegante ma semplice.

Semplice proprio come il colore utilizzato (Glacier White) candido ma dalle bellissime sfaccettature che ha grazie anche al materiale utilizzato, il Corian gioiello della DuPont, sempre più affermato e apprezzato in ambito di design.

Rashid sfrutta appieno le potenzialità di questo materiale, trasformandolo in un prodotto di design e arte che comunica armonia e versatilità.  Linee sensuali e prospettive cangianti che dialogano con la storia, con le origini stesse del caro Karim: il Nilo come fonte di ispirazione, scorrere perpetuo e mutevole proprio come Endless Nile, tavolo/seduta dallo stile contemporaneo e ricercato.

Beh, mi piace e credo si sia capito abbastanza… forse è un po’ troppo opera d’arte e troppo poco opera di disegno industriale. Voi che ne pensate? Foto Continua »

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Ora-ito, il Designer…"Hacker"!

marzo 4th, 2008 by Ivana

Ora Ito

Ito Morabito, alis Ora-Ito: un designer, un genio…un hacker! Se non lo conoscete ancora vi consiglio di leggere questo post.

Ha appena trent’anni ma è già super corteggiato dai nomi più interessanti del panorama del design e del fashion design: Luois Vuitton, Bic, Heineke, L’Oreal, Swatch, Visa, Renault, LG, Artemide, Gucci, Kenzo, Adidas, Toyota, Cappellini, Danone e tanti, tantissimi altri.

Ora-Ito inizia la sua supercarriera intorno ai vent’anni, tra l’incoscienza e l’irriverenza di un ragazzino pieno di voglia di fare. Dico incoscienza perchè il caro Ora-ito ha rischiato davvero tanto in termini di plagi e denunce varie. Ma procediamo un passo per volta.

La sua incredibile voglia di fare e la sua visione degli oggetti e del design, lo portano a creare collezioni e prodotti immaginari e futuristici, spesso anche lontani dagli stili dei brand che “analizza”. Un vero e proprio smanettone del pc che si inventava di sana pianta brief progettuali spacciandoli per richieste autentiche. Una volta ultimati, ovviamente, i lavori venivano poi pubblicati sul suo sito, pronti ad essere visionati da tutti, incurante dei diritti d’autore e delle varie leggi che regolano questo settore. Continua »

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