febbraio 15th, 2008 by Ivana

Ritorniamo a parlare di food design con Spaghetti Shallow Plate.
Come mangiare un buon piatto di spaghetti senza fare la figura dei Fantozzi della situazione?? Alle feste o alle cene in piedi, magiare spesso può diventare un piccolo incubo: mani occupate, cibi che non si riescono a tagliare con una sola mano, bocconi extralarge….le figuracce sono dietro l’angolo che ci aspettano!
MA per fortuna ci sono i nostri amici designer che ci migliorano la vita, che ce la facilitano e ce la rendono più bella.
Spaghetti Shallow Plate è un piatto che ci aiuterà a fare dei rotolini perfetti, senza l’aiuto dei cucchiai (come fanno in tanti) e senza problemi anche quando si consuma il pasto in piedi. Il progetto del designer Frank Martin è semplice ma acuto. La particolarità del progetto è tutta nel centro del piatto, dove è stato disegnato un piccolo alloggio concavo ideale per arrotolare al meglio gli spaghetti.
Comodità e un tocco di design per un progetto di food design interessante, anche se il mio preferito resta sempre K-wine, italiano e funzionale al 100%. Continua »
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febbraio 14th, 2008 by Ivana

Comunicare e mettersi in contatto con gli altri, una delle caratteristiche più importanti della società d’oggi. Sms, mail, msn, chat, skype e chi più ne ha più ne metta!
Mezzi sempre più tecnologici e dematerializzati per appagare la nostra sete di comunicazione.
Ma per i nostalgici delle tradizioni, della carta e della penna (addirittura stilografica!) il designer Reuben Png ha pensato a D:scribe, una penna stilografica con un animo estremamente tecnologico.
Strizza notevolmente l’occhio alla tradizione, per la morfologia del supporto scelto, ma stravolge completamente le aspettative proponendo un prodotto tecnologico capace di spedire sms e e-mail scrivendoli, però, di proprio pugno!
Questa penna, si serve di un supporto “cartaceo” sul quale poter scrivere il messaggio, o la mail, che vogliamo inviare. Il funzionamento è semplice: scrivo il messaggio, cerchio con la penna il destinatario del messaggio e aspetto la notifica sullo schermo OLED posto sulla penna. Tutto avviene tramite collegamenti bluetooth (tra penna e pc o cellulare). Ideale anche per archiviare tutte le cose che scriviamo.
Apprezzo il riferimento al passato (forse perchè mi piacciono le penne stilografiche) e il contrasto che ha con la tecnologia utilizzata, ma sinceramente preferisco i mezzi più tradizionali e, meglio, parlare con le persone faccia a faccia. Che ne pensate? Continua »
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febbraio 13th, 2008 by Ivana

Risparmiare energia, monitorarla e ridurrne gli sprechi; azioni costanti nella società d’oggi. Ma come fare a tenere sotto controllo tutti gli sprechi? Elementare Watson, anzi, elementare… WaTTson!!
Si chiama proprio Wattson e diventerà, a breve, il nostro migliore amico di…risparmio. E’ un accessorio fantastico, dal design ricercato e lucente, che comunica, attraverso numeri e colori, quanto la nostra casa sta sprecando o ottimizzando in termini energetici. Messaggi chiari per utenti attenti agli sprechi.
Una comunicazione molto diretta quella di Wattson che si avvale, come detto, di luci e numeri; e sono proprio questi ultimi che più ci spingeranno a trovare la soluzione migliore per risparmiare energia considerando che si riferiscono proprio all’ammontare dell’energia in euro (dollari, yen o sterline a seconda della valuta). A questo si aggiunge il fattore cromatico, da blu a rosso, in relazione ad uno spreco energetico minore o maggiore.
L’idea è dei DIY KYOTO, un terzetto di designer con una predilizione per i prodotti eco-sostenibili e per quelli che rispecchiano pienamente i principi del Protocollo di Kyoto (da questo il nome). Un elemento wireless (si collega ad una centralina che va installata al contatore di casa) che in tempo reale analizza tutti i consumi (anche quelli relativi agli accessori in stand-by!) e che, una volta collegato al pc, può scaricare tutta la cronologia dei consumi, dei risparmi e degli sprechi della casa.
Cosa più di una spia può, in tempo reale, comunicarci gli andamenti energetici di casa nostra? Iniziamo a risparmiare, iniziamo ad utilizzare Wattson nelle nostre case. Geniale! Altre foto Continua »
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febbraio 12th, 2008 by Ivana

Energia meccanica trasformata in energia: è Revolution Door.
Sono ormai diversi gli esempi di progetti sostenibili che sfruttano l’energia meccanica degli uomini per trasformarla in energia potenziale. Basta pensare alla palestra sostenibile, alla metropolitana di Londra, alla discoteca di Rotterdam…. Sempre più i designer concentrano i loro sforzi progettuali per prodotti che coniugano diverse valenze; le più gettonate? Design, tecnologia e sostenibilità ambientale.
Revolution Door è l’ultima arrivata. Una “semplice” porta girevole che riesce ad immagazzinare e produrre energia pulita grazie alle persone che la utilizzano (facendola girare appunto). E’ composta da due elementi fondamentali: un meccanismo interno (una specie di ruota magnetica) che cattura tutta l’energia meccanica ed un dispositivo di trasformazione da meccanica a elettrica.
L’idea è dello studio di design Fluxxlab ed in particolare dei designers Jennifer Brountin e Carmen Trudell. Un’idea che sfrutta un elemento già esistente ma che lo riveste di un plus-valore interessante e sostenibile. Continua »
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febbraio 8th, 2008 by Ivana

D-air Racing è il nuovo e tecnologico airbag - tutto Italiano – per la protezione dei piloti, brevettato da Dainese. Sofisticata tecnologia, compattata e pronta a proteggere le nostre parti corporee più delicate.
Basta leggere la Mission della Dainese per capire di che genere di prodotto parliamo: “Proteggere l’uomo dalla testa ai piedi nella pratica di sport dinamici“. Ed ecco D-air Racing, una “gobba” che racchiude un concentrato di design e tecnologia in simbiosi, per salvare la vita: in perfetto stile Dainese.
Un prodotto che si integra totalmente al corpo e che si rivela fisicamente solo in caso di assoluta necessità. Dopo anni di studi, prototipi e calcoli che dal 1995 si susseguono senza sosta, finalmente Dainese battezza il suo prodotto tanto desiderato da tutti i motociclisti del mondo: Il primo air bag concepito e disposto attorno all’uomo.
Diversamente dai precedenti prodotti, D-air, funziona come un cellulare: viene attivato quando può servire e spento e riposto quando non è più necessario utilizzarlo. Tutto il sistema è gestito da una tecnologia sofisticata basata su sensori: tre giroscopi, tre accelerometri ed un sistema GPS integrato. Tutti questi dati sono analizzati costantemente e, quando necessario, in appena 40 millisecondi D-Air è già lì, pronto a difenderti!
Un sistema studiato per tutelare al meglio la schiena, il collo e la testa, tre parti sensibili e delicate del corpo, estremamente a rischio in caso di caduta da motociclette. Un cuore tecnologico con un aspetto fisico non ingombrante
Una vera rivoluzione nel settore – sempre molto attivo – delle protezioni per motociclisti, per ora disponibile solo per i professionisti ma presto per tutti i centauri.
Naturalmente speriamo che nessuno cada (!) ma se proprio dovesse succedere D-Air – dopo aver svolto il suo nobile lavoro – è facilmente amovibile, così da da consetire al pilota di riprendere velocemente la gara.
D-Air in azione: Alcune immagini – Continua »
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febbraio 6th, 2008 by Ivana

Ross Lovegrove, designer di fama mondiale, immagina il futuro dei nostri mezzi di trasporto. Un futuro, a suo avviso non molto lontano, caratterizzato da automobiline multifunzione, sostenibili dal punto di vista ambientale, facili da parcheggiare e a comandi vocali. Analizziamola meglio.
Car on a Stick è una concept-car sui generis. Ribattezzata “auto-bolla” la concept-car di Lovegrove è interessante da diversi punti di vista. E’ un’auto trasparente totalmente alimentata ad energia solare (grazie ai pannelli fotovoltaici situati sul tetto dell’autovettura), che potrà essere guidata tramite comandi vocali (e navigatore satellitare) e trasportare fino a quattro passeggeri per volta.
Quando non si utilizza, può essere “parcheggiata” su appositi perni, trasformandosi in particolari lampioni di arredo urbano facendo risparmiare energia elettrica e spazio per i parcheggi.
Il progetto è bello, senza dubbio, ma ci sono anche qui delle cose che non mi quadrano. Sebbene Lovegrove sia uno dei miei designer preferiti, questo suo ultimo progetto mi sembra un po’ troppo “spinto” soprattutto quando vado ad analizzare l‘auto che diventa lampione. Questi pali da dove escono? dal sottosuolo? quanto devono essere doppi per reggere il peso dell’auto? o quanto sono leggere queste macchinine per essere sostenute da un palo? Questo palo è telescopico? E poi, è vero che si tratta di una concept-car, ma non la trovo, ad occhio, così sicura nè adatta a spostamenti un po’ più lunghi. Insomma, questa volta Lovegrove non mi ha convinta al 100%. A voi la parola. Altre foto Continua »
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febbraio 5th, 2008 by Ivana

Le panchine sono elementi di arredo urbano che ci aspettiamo di trovare nelle piazze delle città o lungo le strade per rilassarci un po’, ammirare il paesaggio o semplicemente aspettare un bus o un amico. Troppo spesso però (quando ci sono!!) risultano inutilizzabili, vuoi perchè sono sporche o perchè sono state bagnate dalla pioggia.
Il gruppo di designer koreani Sungwoo Park (dei quali abbiamo parlato proprio ieri a proposito della fotocamerina EazzzY) ha partorito un’altra idea “malefica” destinata, questa volta, all’arredo urbano. E’ Rolling Bench, una panchina dotata di manovellina laterale da girare qualora la panchina fosse sporca o bagnata. Un sistema interessante del quale tutti i blog di settore si stanno interessando.
Senza dubbio l’idea è carina, ma ho delle perplessità in merito all’utilizzo e ai materiali. Il concept della panchina fa leva su un’idea di seduta fruibile anche dopo un temporale. Adesso i miei dubbi sono due. In primis la morfologia della panchina stessa: non vedo nessun sistema di copertura del resto della seduta (che dovrebbe mantenersi asciutto proprio per regalare una superficie sempre fruibile!). In secondo luogo vorrei analizzare i materiali. Purtroppo non ho trovato il sito ufficiale, ma ad occhio direi che la panchina è stata concepita utilizzando listarelle di legno, un materiale idrofilo. Non sarebbe stato più opportuno un materiale idrofobo come la plastica ad esempio? Non so, mi sembra un progetto un po’ fragile (alzo le mani se il materiale utilizzato non è legno).
Ciò nonostante l’idea è interessante ed ha buone potenzialità di utilizzo soprattutto in caso di panchine sporche o dopo una leggera pioggerellina. Che ne pensate? Altre foto Continua »
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febbraio 4th, 2008 by Ivana

In piena era di miniaturizzazione sono moltissimi gli oggetti ad essere riprogettati secondo questa nuova filosofia extra-minimal. Eazzzy ne è la dimostrazione: è la fotocamera più piccola fin’ora progettata.
Un solo bottoncino per fotografare il mondo che ci circonda, immortalare attimi e condividerli in pochi secondi. E’ Eazzzy, la prima fotocamera digitale senza obiettivo nè flash.
Piccola e leggera è la prima concept-camera a concentrare tutti gli sforzi progettuali per realizzare un prodotto di buone prestazioni, semplice da usare, economico e dal design semplice. Non necessita di nessuna istruzione; basta semplicemente premere il bottoncino per scattare (l’unico tra l’altro) e poi collegare via USB la fotocamerina e vedere che abbiamo immortalato!!!
La tecnologia è la stessa usata nelle fotocamerine dei cellulari ed il designer Sungwoo Park ha pensato bene ti utilizzarla e di unirla ad un’altra tecnologia conosciuta da tutti: quelle delle penne USB. Dopo aver fatto le foto, basta semplicemente collegare la fotocamera alla presa USB del pc ed il gioco è fatto! La mancanza di dispositivi quali flash, schermi lcd e altre funzionalità allungano notevolmente la vita della batteria.
Piccola e colorata è sicuramente un oggetto interessante. Di certo la qualità delle foto non sarà il top ma l’esperienza che regala e la comodità di utilizzo fanno di Eazzzy una fatocamerina originale e divertente. La comprerei anche adesso! Altre foto Continua »
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gennaio 31st, 2008 by Ivana

Non è un gelato, nè uno scacciapensieri…Si chiama Jelly CLick ed è “semplicemente” un mouse di ultima generazione. Ne abbiamo visti tanti (MX Air ad esempio), ma questo è il più originale senza dubbio.
Senza mouse, si sa, il pc portatili sono abbastanza scoccianti da utilizzare. Ma dal sol levante, in particolare dallo studio DESIGNODOUBT (Bongkun Shin), arriva l’ennesima trovata di tecno-design. Jelly Click è un mouse piccolo e leggero che per funzionare ha bisogno solo di essere leggermente gonfiato. E’ un mouse portatile e compatto all’interno del quale c’è solo un piccolo circuito, stampato su un supporto leggermente flessibile.
Una volta sgonfiato occupa 1mm di spessore ed è stato progettato per essere ripiegato a metà, per occupare ancora meno spazio. Inoltre, un apposito gancetto nella parte posteriore del mouse, blocca il filo evitando tutti quei fastidi di fili intrecciati e perdite di tempo annesse!!
Un progetto semplice ma efficace, volto alla dematerializzazione del prodotto e concepito con un design minimal ma emozionante. Magari la morbidezza regala anche una nota antistress e divertente, caratteristiche che i mouse di oggi non hanno (eppure li abbiamo sotto mano tutta la giornata!!). Spero sia comodo quanto attraente. Vi piace? Altre foto Continua »
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gennaio 31st, 2008 by Ivana

Il titolo intero della mostra è “Vietato non toccare. Bambini a contatto con Bruno Munari“. Fino al 30 Marzo, la Triennale di Milano ospiterà questa mostra-gioco interamente dedicata ai bambini da 2 a 6 anni!
Esperienze e giochi per piccoli e piccolissimi; un percorso per scoprire alcuni progetti di Bruno Munari ideati intorno agli anni ’70 e rivolti ad un pubblico in erba. “Il tema della meraviglia delle piccole cose e dello stupore costituisce l’introduzione della mostra“. E’ un’esperienza fantastica per i piccoli, un gioco motorio che li porta a fare una serie di esperienze in prima persona.
Un percorso caratterizzato dalla meraviglia e dalle sperimentazioni tattili e visive: manipolare, comporre, scomporre, toccare, annusare…un laboratorio creativo per bambini ideato dal Maestro Munari (associazione Bruno Munari) in collaborazione con MUBA (Museo Bambini Milano).
Imparare divertendosi, stimolare la fantasia e la creatività…per piccolissimi designer in erba e non, una mostra da non perdere. (10.30 – 20.30 tutti i giorni escluso il lunedì)
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