Soccket: un pallone speciale per l'Africa

febbraio 2nd, 2010 by Ivana

Soccket, un pallone per l\'Africa

Una nuova speranza per l’Africa. Dopo Savior Bad arriva un pallone da calcio che trasforma il gioco in energia.

Arriva dall’università di Harvard questo nuovo progetto che potrebbe rivoluzionare la vita delle popolazioni africane che ancora hanno difficoltà a reperire l’energia.

Soccket sembra un comune pallone da calcio, proprio come quelli con cui bambini amano giocare per ore. Ma ovviamente sOccket ha qualcosa in più! E’ infatti capace di incamerare tutta l’energia che i bambini generano giocando a calcio e trasformarla in energia elettrica da utilizzare per piccoli apparecchi elettronici, lampade LED o telefoni cellulari ad esempio.

Il brevetto per questa innovazione è attualmente in corso. Stiamo lavorando anche con le organizzazioni locali del Sud Africa che vedono il calcio come un modo per promuovere lo sviluppo dei giovani e l’educazione alla salute”. Queste le parole delle quattro ragazze ideatrici di Soccket, un progetto di social-design interessante che, nella sua semplicità, potrebbe regalare una speranza all’Africa.

I rendimenti sono notevoli. Basta pensare infatti che per ogni 15 minuti di gioco, la palla riesce a generare un quantitativo di energia utile per illuminare una lampada LED per 3ore.

Questa soluzione potrebbe in breve tempo sostituire le lampade al cherosene utilizzate dai popoli africani, causa principale di decessi a causa di incendi e dell’inalazione dei fumi,  con lampade LED alimentate dall’energia generata dai palloni. Senza dimenticare che l’energia può essere utilizzata per alimentare qualsiasi altro piccolo dispositivo elettronico semplicemente giocando.

L’idea – spiegano i ricercatori – è venuta prendendo spunto dalle piste da ballo che trasformano la pressione dei passi in energia elettrica. In questo caso il movimento della palla agisce su un magnete avvolto in una bobina inducendo una tensione che genera corrente elettrica”.

Anche se i palloni in questione peserebbero poco più di quelli tradizionali, questa idea potrebbe rivoluzionare la vita di più di un milione di persone.

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Sander Mulder ed il suo Continue Time… altro che orologio!

febbraio 1st, 2010 by Ivana

Orologio design Continue Time

Forse non è uno degli orologi più semplici da leggere, ma in quanto ad originalità Continue Time li batte tutti!

Un ingegnoso orologio realizzato in alluminio ed ottone pronto a lasciare a bocca aperta e a far scervellare un po’ tutti.

Artefice di cotanta ingegnosità è il designer olandese Sander Mulder già noto qui su A+D nella collezione Design Origami con il tavolino Sputnik. In questo caso l’inventiva e l’originalità sono certamente superiori.

Quello che a colpo d’occhio sembra un semplice tecnigrafo altro non è che il suo orologio, assolutamente non convenzionale e fuori dai tradizionali schemi. Non appaiono quadranti, numeri nè le classiche tre lancette ma un unico braccio meccanico pronto ad assumete le più svariate forme per indicarci l’ora in un modo assolutamente nuovo, che forse necessita di un po’ di allenamento all’inizio!

Ciò nonostante trovo questo orologio poetico ed incantevole, una sorta di “macchina inutile”… che in questo caso tanto inutile non è a patto che si impari a leggere l’ora! Un armonioso segnatempo estensibile che si piega, si allunga e si contrae tracciando sempre nuove forme geometriche.

Continue Time è realizzato da un unico braccio meccanico costituito da tre elementi snodati dalle dimensioni decrescenti: il più sottile e veloce misura i secondi, il braccio seguente segna i minuti, mentre il braccio più grosso e meno veloce è dedicato alla misura delle ore Continua »

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Apple: arriva l'iPad. Sarà rivoluzione?

gennaio 29th, 2010 by Ivana

iPad Apple

La nostra tecnologia più evoluta in un dispositivo magico e rivoluzionario, ad un prezzo incredibile

Steve Jobs commenta così il nuovo arrivato in casa Apple. A pochi mesi dal lancio dell’ultima generazione di iPod arriva anche l’iPad, un concentrato tecnologico pronto a cambiare le nostre abitudini grazie ad un dispositivo grande più o meno come un foglio A4 che pesa appena 680 grammi!

Sembra un iPhone formato maxi, la grafica non tradisce le aspettative e neanche le funzionalità. Con l’iPad sarà possibile sfogliare le pagine dei siti web, scrivere un’e-mail, scorrere le foto o guardare un filmato. Tutto su un ampio e brillante schermo Multi-Touch retroilluminato a LED, e con il semplice tocco di un dito. Un’esperienza che lo stesso Steve Jobs definisce incredibile e sensazionale (forse è un po’ di parte??)

Ovviamente iPad si presenta anche come la risposta Apple agli e-reader, sarà infatti possibile scaricare e leggere iBook sfogliandoli con un semplice tocco. Tutto, ovviamente, in pieno stile Apple con tanto di biblioteca virtuale. Personalmente lo preferisco di gran lunga al Mag+, ma ci sono già schiere di persone anti-iPad pronte a giudicarlo banale e spudoratamente troppo simile all’iPhone.

I prezzi per ora sono disponibili sono per la rete vendite americana, con prezzi che oscillano dai 499$, per la versione 16Gb, ed i 699 per i 64Gb. Per il mercato italiano c’è ancora un po’ da aspettare. Intanto a Marzo sarà disponibile la versione Wi-Fi.

Sarà lo status symbol di domani? Probabilmente ruberà mercato ai netbook ma ho il sentore che non sarà tanto desiderato quanto l’iPhone. Voi come lo giudicate? Continua »

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Helmet B, dagli armadilli ai caschi per ciclisti!

gennaio 27th, 2010 by Ivana

Helmet B casco ciclisti

Julien Bergignat disegna Helmet B: un casco per ciclisti leggero, resistente, riciclabile e bio-inspired.

Dall’armadillo al design di un casco. Helmet B nasce proprio dall’osservazione di un piccolo armadillo; il design riprende infatti la morfologia ed il movimento delle squame di questo animale che in caso di pericolo si appallottola su se stesso per proteggersi.

Da qui prende forma Helmet B, un dispositivo pieghevole di protezione per la testa che si trasforma in poche mosse da foglio 2D a struttura tridimensionale e viceversa. La particolarità di questo casco è costituita principalmente dalla sua semplicità e facilità d’uso. Helmet B è molto arioso e leggero perché non è realizzato in un unico blocco, ma da una serie di piccoli elementi flessibili che alleggeriscono il casco nonché il materiale utilizzato per la sua fabbricazione.

L’uso del prodotto è molto semplice, basta piegare le ali verso l’interno e fissarne la forma con le clip a pressione poste alle estremità del casco. Una caratteristica che ne facilita anche il trasporto considerando che, una volta aperto, il casco può essere riposto facilmente in una borsa!

E’ interessante sottolineare inoltre che Helmet B è interamente realizzato in polipropilene sia per l’esterno che per la parte interna a diretto contatto con la testa (in questo caso il polipropilene è di tipo espanso). Il materiale oltre ad essere economico ha un assorbimento di potenza molto elevata, è durevole, flessibile ed estremamente leggero. Ciascuno dei componenti del casco è inoltre separabile dagli altri, caratteristica che lo rende quindi riciclabile al 100%.

Per le passeggiate in bicicletta Continua »

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Design in pillole: Slant-ruled notebook

gennaio 27th, 2010 by Ivana

Matt Browe Slant-ruled notebook

Slant-ruled notebook un progetto di Matt Brown. Quando anche il quaderno diventa ergonomico. Grandioso!

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A ruota libera con il chair sharing

gennaio 25th, 2010 by Giada Tutino

Chair sharing

Il collettivo Snark ci sorprende ancora una volta con un progetto innovativo e sostenibile: è un sistema di elementi urbani gratuiti e condivisi – chair sharing appunto – disegnato da Emanuele Bompan, Gaspare Caliri, Marco Lampugnani e Beatrice Manzoni, per la città di Modena.

Il progetto prende vita da una constatazione: sedersi in città al giorno d’oggi non è poi così facile; capita spesso di trovare panchine segate, rimosse, accantonate, quasi come se fossero un ostacolo più che un servizio di cui fruire.

L’intento dei progettisti è  dunque quello di  “Riportare le persone nei loro quartieri, ossia farle tornare a riconoscersi nei luoghi, dare una possibilità alla formazione di senso di comunità”.

Segue lo stesso procedimento del bike-sharing, solo che in questo caso il prodotto fruibile è una “seduta mobile” in alluminio anodizzato, che però è stata studiata come figura ibrida tra una sedia e una bici.

Le sedute si ritirano gratuitamente passando su un lettore la Tessera Sanitaria e possono essere utilizzate per un tempo massimo di 6 ore; sono tutte modulari e dotate di una antenna wi-fi integrata che consente di connettersi alla rete senza spendere un centesimo e di un sistema di geo-posizionamento su base cartografica: una volta seduti, si può accedere al sito del progetto che mostra, tramite una mappa dinamica, tanti contenuti sulla città caricati anche dai cittadini stessi. Vuole essere, quindi, anche uno strumento di partecipazione perché permette ai fruitori di creare collettivamente una sorta di guida on-line della propria città Continua »

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Concrete Cloth: il cemento morbido come un tessuto

gennaio 20th, 2010 by Ivana

Concrete Cloth

E’ morbido e leggero, proprio come un tessuto ma ha tutte le caratteristiche fisiche e meccaniche del cemento… basta solo aggiungere acqua!

Senza acqua, infatti, è soffice e flessibile proprio come un pezzo di stoffa (di quella un po’ spessa) basta impregnarlo di acqua ed attendere 24h per un renderlo resistente e duro come il cemento. E’ il Concrete Cloth un nuovo materiale realizzato dall’azienda britannica Concrete Canvas “A secco, si presenta come un tessuto ma una volta impregnato d’acqua è flessibile e adattabile a curvature complesse” .

Chissà se al progettista non è venuto un colpo di genio guardando il gesso dell’ingessatura visto che il principio di funzionamento è praticamente uguale alle garze del gesso usate in medicina (purtroppo ne so qualcosa!).

Concrete Canvas è un materiale versatile utilizzato fino a qualche anno fa esclusivamente in ambito militare ma che oggi sta pian piano prendendo piede in diversi settori, non ultimo quello del design. Una tecnologia  premiata “non solo per le caratteristiche tecniche ma anche per le potenziali capacità di influire sulle nostre vite”.

Grazie alla sua leggerezza e alla facilità di utilizzo questo particolare materiale permette di creare in meno di un giorno moduli abitativi confortevoli, spaziosi ed ignifughi. Per realizzarli bastano appena due persone, aria compressa ed acqua.  Prima di tutto si stende sul terreno il sacco realizzato in tessuto di cemento (ci si aiuta con un’automobile viste le dimensioni). Nella fase successiva si gonfia il sacco con dell’aria e poi si procede con l’aggiunta dell’acqua. Poco più di mezz’ora per realizzare un modulo e 24 ore per far asciugare tutto Continua »

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Air Umbrella: un ombrello fatto di… aria

gennaio 15th, 2010 by Ivana

Air Umbrella

Una barriera d’aria pronta a ripararci dalla pioggia. Il concept del designer Je Sung Park stravolge in toto l’idea del classico ombrello, avvicinandolo di più ad un oggetto hi-tech iper performante.

Niente più tessuti idrorepellenti e stecchette di alluminio, niente strani meccanismi di apertura e chiusura dell’ombrello, niente ombrelli musicali; Air Umbrella sostituisce tutto questo con un unico elemento invisibile: un getto d’aria.

Air Umbrella è infatti formato esclusivamente da un bastone cavo e telescopico pronto ad entrare in uso all’occorrenza. Alle prime goccioline di pioggia è sufficiente allungare il bastone e il gioco è fatto! La lunghezza dell’ombrello può essere personalizzata a seconda del fruitore così come l’intensità del getto d’aria e l’ampiezza dell’ombrello stesso. Basta infatti determinare il numero delle persone che intendono ripararsi con Air Umbrella per incrementare il getto d’aria e quindi l’area di copertura dalla pioggia.

Il funzionamento è semplice. L’elemento telescopico dell’ombrello ha due fori per l’aria, uno di entrata ed uno di uscita. Quello di entrata, posizionato alla base del bastone, aspira l’aria e la incanala al foro di uscita, posizionato all’estremità superiore dell’ombrello. Ed è proprio in questa parte dell’ombrello che l’aria viene spinta con forza all’esterno per creare una calotta invisibile pronta a ripararci dalla pioggia.

Un concept coraggioso, un ombrello che non sgocciola nè ingombra anche se immagino sia abbastanza rumoroso… Inoltre se si guasta il motorino o si scaricano le batterie ci si fa una bella doccia!!! Ma a tutto c’è rimedio. Voi che ne pensate? Gallery Continua »

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Il tostapane-stampante: a voi la scelta.

gennaio 14th, 2010 by Giada Tutino

Rollertoaster design

Nell’elenco dei “tostapane alternativi”, si inserisce anche “Printing your toast”, il simpatico concept di Othmar Mühlebach, studente della MA di Lucerna (Svizzera) che ha ottenuto il secondo posto al Berner Design Award ’09.

Il toaster ha un look unico e funzionale che richiama, in tutto e per tutto, una stampante a getto d’inchiostro: il pane a fette, infatti, si inserisce dalla parte superiore e, una volta tostato, viene espulso dal fondo.

Funziona tramite USB, ma non è ancora disponibile sul mercato e il suo futuro prezzo non è noto. Si tratta di un design fresco e divertente, creato soprattutto per i più piccoli o per chi in genere non ama molto mangiare toast ma che, magari, adesso vedrà con altri occhi una semplice fetta di pancarré.

Io, personalmente, la trovo un’idea molto interessante anche perché in genere non abbiamo bisogno di tre fette tostate allo stesso tempo, ma una dopo l’altra, per averle sempre calde e croccanti. Però ritengo che il progetto potrebbe essere migliorato apponendo, ad esempio, una griglia con dei disegni in rilievo che verrebbero “stampati” sul toast Continua »

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Mag+: la rivista del futuro…

gennaio 12th, 2010 by Ivana

Mag la rivista del futuro

C’è chi le immagina realizzate in OLED extrasottili e flessibili, chi le immagina come ologrammi e chi le immagina interattive e touch. Sono le riviste ed i giornali del futuro. La cosa che unisce tutti è sicuramente la tecnologia.

Diremo quindi addio all’odore della carta appena stampata e alle collezioni delle nostre riviste preferite? Secondo i designer di Mag+ sì. Niente supporti OLED o proiezioni nell’aria ma un concept semplice e realizzabile.

Mag+ è il nuovo metodo per leggere e consultare riviste ideato dalla società svedese Bonnier R&D. Un supporto grande quanto un A4 con superficie touch. Un iPhone rivisitato praticamente, dalle dimensioni leggermente maggiorate, ma con funzioni e grafica molto molto familiari. Un unica “rivista” pronta a contenerne tantissime altre.

Quello sul quale punta la società svedese è un nuovo modo di comunicare attraverso immagini mozzafiato e piccoli testi-slogan che, a seconda del volere del lettore, possono essere approfonditi attraverso un semplice tocco modificando l’interfaccia grafica per una lettura più confortevole e piacevole Continua »

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