Eco Pod: ricoprire di alghe i vecchi edifici per produrre energia pulita

ottobre 7th, 2009 by Ivana

Eco Pod by Howeler e Yoon Architecture

Arriva da Boston l’ultima chicca in campo di energie alternative. Si chiamano Eco Pod e sono nuovi ed innovativi metodi di produzione di energia derivante da biocombustibile. Ma vediamo meglio di che si tratta.

L’idea è degli studi americani Höweler + Yoon Architecture (vi consiglio di vedere i loro lavori) e Squared Design Lab e nasce per stimolare l’economia e l’ecologia della città di Boston. Strutture verticali temporanee pronte ad abbellire la città e produrre energia.

L’Eco Pod è un nuovo metodo per produrre energia alternativa, pulita e rinnovabile, che interviene sui vecchi edifici, ormai abbandonati. Nell’attesa di un eventuale recupero, questi edifici diventano dei veri e propri supporti verticali per bioreattori di micro-alghe pronti a produrre energia per la città.

In questo modo le strutture, da ruderi abbandonati, si trasformano in edifici ad alto impatto visivo ricoperti da capsule multiple (prefabbricate) fonte di bio-combustibili che, nel caso delle micro-alghe è pari a 30 volte di più per acro rispetto ai tradizionali bio-combustibili. In più, diversamente da altri biocombustibili, le micro alghe crescono su qualsiasi tipo di supporto, anche su superfici verticali e, durante la fotosintesi, trasformano l’anidride carbonica in ossigeno Continua »

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ORIGAMI, la febbre contagia tutti i progettisti

settembre 21st, 2009 by Ivana

Origami e design

La magia dell’origami rapisce ed ispira sempre più progettisti da ogni lato del globo. Fantastici progetti di una bellezza essenziale e raffinata.

La tecnica dell’origami usa pochi tipi di piegature combinate in una infinita varietà di modi per creare modelli anche estremamente complicati.

Un’arte antica che tutt’oggi affascina i progettisti di ogni settore. Designer, architetti, grafici, stilisti, artisti… tutti affascinati da questa incantevole arte giapponese.

Dopo la raccolta di grucce da tutto il mondo voglio dedicare un articolo ad una nuova tendenza che sta travolgendo praticamente tutti.

Dal 2007 (anno più anno meno) è esplosa una vera e propria origami-mania che ha contagiato praticamente tutti. Gli esempi sono molteplici e spaziano dal micro al macro, dallo stile minimal a quello più stravagante, dal food-design alle imponenti architetture contemporanee.

Già abbiamo parlato, sia in architettura che in design, di due progetti che hanno fatto molto parlare di sè. Ne sono esempio le scarpe origami di Catherine Meuter (desideratissime!) e le bellissime tazze Orikaso (veri e propri origami in plastica). Progetti emblematici ai quali mi fa piacere aggiungere una carrellata di altri esempi interessantissimi Continua »

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Selgas Cano Architects: un ufficio nel verde

giugno 17th, 2009 by Ivana

Architettura Selgas Cano

Il luogo di lavoro più rilassante?

E’ l’ufficio nei boschi realizzato dagli architetti Jose Selgas e Lucia Cano (Salgas Cano Architects): si tratta di un lungo ufficio a forma di tunnel coperto da una finestra trasparente in plastica acrilica sottile appena 20 millimetri.

Un’architettura interamente immersa nella natura quella realizzata dal gruppo Salgas Cano che lascia tutti a bocca aperta per la bellezza e la semplicità ma, sopratutto, il dialogo con la natura. La luce entra in modo splendido e naturale, quasi senza mediazioni: l’ombra è garantita da un muro opaco, spesso 11 centimetri e realizzato con strati di poliestere e fibra di vetro.

Per mantere fresca la temperatura interna, una delle ‘estremità’ dell’ufficio è collegata ad un sistema di puleggie, che abbassa e alza una lastra di vetroresina come un enorme ventaglio a mano che pompa aria.

Rilassante e silenziosa, questa originale location si adatta perfettamente alle esigenze di chi, per lavorare, ha bisogno di concentrazione assoluta. Un posto con poche distrazioni ma sicuramente ricco di ispirazioni. Altre immagini Continua »

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Islanda: nuovi piloni per l'elettricità

aprile 6th, 2009 by Ivana

Arphenotype

I nuovi piloni elettrici proposti dallo studio londinese Arphenotype. L’Islanda, a breve, caratterizzerà il proprio paesaggio con questi scultorei piloni.

A primo acchitto ho pensato subito all’ennesimo lavoro dell’iraniana Zaha Hadid, ma i piloni in questione sono stati progettati dai londinesi Arphenotype. Design fluido, più vicino ad un’opera scultorea che ai tradizionali piloni che siamo abituati a vedere.

Tutto nasce dalla società elettrica islandese Landsnet, in collaborazione con l’ordine degli architetti islandesi che, stanchi dei soliti piloni squadrati e deturpanti per il paesaggio, hanno deciso di bandire un concorso volto al redesign di questi elementi.

Tra tutti i progetti presentati Adaptability sembrerebbe essere il progetto vincitore del concorso. I tradizionali piloni in metallo, a breve, cederanno il posto a questi maestosi piloni avvenieristici realizzati in compositi plastici rinforzati con eco resine resistenti alle temperature, ai raggi UV e alla forza del vento. I piloni sono stati progettati secondo un chiaro rifermento biomimetico (ricordano infatti una struttura ossea) grazie al quale lo studio londinese è riuscito a creare una struttura leggera ma estremamente resistente.  I piloni Adaptability, grazie alle produzioni a controllo numerico, potranno essere prodotti in diverse dimensioni (da 17 a 32 metri) e a costi ridotti. Con il loro design morbido caratterizzeranno ancora meglio gli scenari islandesi (e non solo!).

Il nome del progetto nasce dalla volontà dello studio londinese di creare nuovi piloni capaci di adattarsi alle esigenze dei vari landscape, caratterizzati da un design diverso non più severo e austero ma dolce e organico. Da qui la possibilità di produrre ogni volta un pilone di dimensioni diverse, creato appositamente per un determinato paesaggio. Continua »

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Zaha Hadid firma il museo nuragico in Sardegna

febbraio 16th, 2009 by Ivana

Zaha Hadid Architettura Contemporanea

Sarà firmato dalla stella irachena Zaha Hadid, il Museo Mediterraneo di Arte Nuragica e di Arte Contemporanea che sorgerà a Cagliari (precisamente sul fronte mare di Sant’Elia).

Dopo i numerosi segni in Italia -vedi la stazione TAV di Afragola, il MAXXI di Roma, il Regium Waterfront di Cagliari o il Nuovo Teatro di Verbania (solo per citarne alcuni)- il premio Pritzker Zaha Hadid firma anche il museo nuragico che sorgerà a Cagliari vincendo il concorso Betile indetto dalla regione Sardegna in collaborazioni con Domus e PoliMi. Una concrezione corallina mozzafiato felicemente arenatasi sulle rive del golfo di Cagliari. 

Un’architettura scultorea bianco accecante, come la pietra calcarea della città che lo vedrà sorgere, si presenta aperta e dinamica all’esterno come all’interno la cui fruizione da parte dei visitatori, invitati a seguire percorsi espositivi, formativi e commerciali, determina il disegno stesso dell’edificio.

L’architetto Boeri così spiega la vittoria del progetto di Zaha Hadid: “La giuria ha valutato la straordinaria sensibilità contestuale del nuovo organismo architettonico, che comportandosi come una “concrezione corallina” asseconda, ricuce e riconfigura un intero brano del fronte mare cagliaritano”. 

Il progetto firmato da Zaha Hadid per il museo dell’arte nuragica e contemporanea “rappresenterà –prosegue Boeri – insieme un nuovo landmark nel paesaggio cagliaritano, l’occasione per una esperienza inedita – sia percettiva che corporea- e il luogo di sviluppo e sedimentazione di fertili contaminazioni tra identità storica identità futura per tutto il sistema territoriale e insulare della Sardegna”.

Questa opera architettonica, assieme al bellissimo Regium Waterfront cagliaritano, concorre alla riqualifica urbana del quartiere Sant’Elia. Immagino che i sardi ne siano orgogliosi. C’è qualche sardo che vuole commentare il progetto? Altre immagini Continua »

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Pannelli solari per il tetto del Vaticano

dicembre 9th, 2008 by Ivana

Pannelli solari Vaticano

Il Vaticano apre le porte all’enegia sostenibile e si ricopre di pannelli solari. Il primo impianto fotovoltaico del Vaticano è attivo già dal 2 Dicembre.

L’aula Paolo VI nota anche come Aula Nervi, la stanza delle udienze ai fedeli, è stata ricoperta con più di 2400 moduli fotovoltaici, concepiti appositamente per rispettare la struttura a volta dell’aula, pronti a fornire abbastanza energia per il fabbisogno di energia elettrica dell’intero edificio.  

L’impianto, secondo le stime, consentirà la produzione di 315 mila kWh di energia pulita all’anno

Lo stesso Vaticano mira ad essere il primo Stato in Europa a raggiungere l’obiettivo di utilizzare entro il 2020 il 20% di energia proveniente da energie rinnovabili. Il primo passo è partito quindi con la copertura dell’aula Nervi.

L’installazione è iniziata alla fine di settembre ed è stata decisa quando è venuto il momento di sostituire la copertura, ormai usurata, dell’aula Paolo VI, del 1969. I pannelli solari, del valore di 1,5 milioni di dollari – circa 1,1 milioni di euro – sono un dono della tedesca Solar World al papa connazionale! 

I progetti “verdi” del Vaticano non sembrerebbero finire qui. Aspetteremo quindi le atre iniziative (o gli altri doni). La copertura personalmente non mi dispiace, mi sembra gradevole ed è un buon inizio per pensare “verde” anche da parte del Vaticano (se è gratis ancora meglio…). Il futuro è nelle energie rinnovabili e qusto lo dimostra apertamente anche l’istituzione chiesa molto spesso poco progressista. Continua »

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Ross Lovegrove e l'incredibile rifugio Alpine Capsule

dicembre 1st, 2008 by Ivana

Capsula Alpina Ross Lovegrove

Si chiama Alpine Capsule, il nuovo rifugio hi-tech creato dal designer inglese Ross Lovegrove. Una sfera tecnologica pronta ad accogliere gli amanti delle alte quote per una notte e vivere a contatto con la natura a 360° in un ambiente isolato e confortevole.

Ross Lovegrove ormai lo conosciamo bene tutti, il suo amore per il design biomimetico è stato da sempre la sua arma vincente, l’innovazione e il design organico sono da sempre i suoi tratti distintivi con i quali firma tutti i suoi progetti. Pensiamo a Solar Trees e Car on a Stick solo per fare degli esempi.

Alpine Capsule è l’ultimo progetto del designer inglese Lovegrove, un vero e proprio rifugio hi-tech totalmente ecologico che sarà posizionato sul Piz La Ila -Dolomiti- a oltre 2100 metri. Una capsula bellissima caratterizzata da un design che ricorda una goccia di mercurio (Ross ha un debole per questo materiale, mi viene subito in mente il suo lampadario Mercury!), un esclusivo rifugio autoalimentato e totalmente isolato termicamente dall’ambiente circostante. 

8metri di diametro per questa struttura a doppio vetro, ricoperta da un coating riflettente, il cui involucro esterno diffonde e riflette l’ambiente circostante la capsula, quasi dematerializzandola, senza però precludere la vista ai fortunai occupanti e di contemplare il paesaggio esterno in ogni condizione ambientale e atmosferica.

Grazie alle piante artificiali “power plants” (delle unità artificiali remote a forma di pianta, molto simili per il funzionamento ai Solar Trees)  tutta la capsula sarà alimentata con energia pulita proveniente dalle celle solari e dalle mini turbine eoliche inglobate nella “pianta”. Continua »

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Yellow Treehouse Restaurant in Nuova Zelanda

novembre 27th, 2008 by Ivana

Yellow Treehouse Ristorante

Nuova Zelanda, scenario di architetture mozzafiato e sostenibili. Questa volta l’attenzione è tutta per questi particolarissimi ristoranti costruiti direttamente sugli alberi.

A 12 metri di altezza svettano maestosi questi “boccioli” lignei, aggrappati su sequoie secolari ed altissime. Architetture sostenibili, create con elementi modulari in pioppo, che ospiteranno particolari bar-ristoranti raggiungibili con una passerella lunga 60 metri sospesa nell’aria.

La forma rimanda subito ad un bozzolo di farfalla, una stilizzazione suggestiva realizzata dalla Pacific Environments Architects che riprende e ripercorre il sogno di tutti i bambini: avere una propria casetta sull’albero, un posto accogliente e avvolgente dove nascondersi, ripararsi e stare a contatto con la natura.

Le strutture hanno interni estremamente suggestivi e, grazie ad ulcune coperture termiche, sono fruibili e godibili a qualunque condizione atmosferica; in caso di pioggia alcuni fogli di acrilico assicurano una permanenza confortevole e all’asciutto! Durante il giorno, grazie alle fessure longitudnali, la luce attraversa il bozzolo illuminandolo totalmente con la luce naturale, mentre di notte l’effetto che il Treehouse regala è suggestivo e magico. 

 Il ristorante dispone di ampio spazio per 18 posti a sedere e si completa con un elegante bar nel quale potrete farvi un aperitivo prima di sedervi a tavola. L’effetto è incredibile e l’integrazione con la natura risulta perfetta. I vari bozzoli possono essere rimossi in qualsiasi momento ed essere reistallati su altri alberi, anche in altre parti del mondo.

La fine dei lavori è prevista per il prossimo 12 Dicembre, se passate per Aukland -Nuova Zelanda- la sosta è d’obbligo! Le immagini Continua »

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Casa 100k, la casa ecosostenibile a basso impatto economico ed ecologico

novembre 24th, 2008 by Ivana

Casa 100K

100mq a 100 mila euro. Abbordabile, innovativa ed ecosostenibile: la casa 100K è una abitazione ecologica a basso impatto economico ideata dall’architetto Mario Cucinella in collaborazione con Italcementi Group.

Di Mario Cucinella abbiamo già parlato qualche articolo fa con il Centro per le Tecnologie e le Energie Sostenibili, un progetto di bioarchitettura realizzato in Cina, ma questa volta il progetto è tutto italiano, a basso costo, a misura di desiderio, a basso impatto. 

Sono i tre presupposti  – il primo di carattere economico, il secondo di carattere sociale e il terzo di tipo energetico – che danno vita al progetto Casa 100 k, un nuovo modello abitativo condominiale.

Il tentativo di restituire una risposta a domande di economicità, riduzione di emissioni inquinanti e senso di piacere dell’abitazione. Una casa viva, colorata, che lascia spazio alle differenti identità e modalità di vivere, ma capace di produrre energia utilizzando ogni strategia passiva e attiva per rendere l’edificio una macchina bioclimatica. La casa si avvale di tutte le tecnologie disponibili per limitare i costi di costruzione senza compromettere la qualità. Una casa a basso costo acquistabile grazie a un mutuo che può essere coperto in buona misura attraverso l’energia che è in grado di produrre. Continua »

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Folding Bamboo Houses: ricoveri temporanei e architettura sostenibile

novembre 11th, 2008 by Ivana

Folding Bamboo Houses

L’arte degli origami ispira le costruzioni per i ricoveri temporanei realizzati in bamboo. Sono le Folding Bamboo Houses, un’idea di Ming Tang nata per aiutare le persone in caso calamità naturali come terremoti o tsunami.

Il terremoto di magnetudo 7.9 che ha colpito il centro della Cina lo scorso Maggio, uccidendo più di 69.000 persone, ha segnato fortemente l’architetto Tang portandolo a progettare dei rifugi temporanei leggeri e modulari, facilmente montabili e sostenibili. Un emblema di progettazione di design sociale e sostenibile.

Le Folding Bamboo Houses sono case-rifugio esteticamente incantevoli, funzionali, dinamiche, capaci di adattarsi e rispondere facilmente a tutte le necessità, realizzate con materiali sostenibili e capaci di assumere moltemplici aspetti. Un progetto che ha recentemente vinto la mensione speciale al Re:construction Award, un importantissimo premio sponsorizzaro da UrbanRe:Vision di San Francisco.

La particolare geometria delle Bamboo Houses permette l’unione di varie strutture modulari che possono essere rapidamente assemblate in fabbrica e trasportate a destinazione. Una volta assemblate, e determinata la morfologia per l’occasione, è possibile ricoprire le strutture con una carta riciclata pre e post consumo. 

Un esempio di architettura sostenibile, mutevole, capace di adattarsi a mille situazioni e produrre scenari potenzialmente infiniti. Esteticamente sono impeccabili, sicuramente assicurano spazi al coperto, dove radunarsi temporaneamente, ma non mi sembra assicurino molta protezione agli agenti atmosferici, sorattutto se nascono come case-rifugio. Mi sembrano più dei bellissimi elementi per arredo urbano, per istallazioni o allestimenti o al massimo spunti molto interessanti da studiare per altre applicazioni. Voi che pensate? Le immagini Continua »

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