In pillole: cavi elettrici decorati
Decovision, un tocco di personalità anche per i cavi elettrici. Cinque diverse categorie (metal, naturale, techno, fantasia e deco) per non dover più nascondere i fili!
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Decovision, un tocco di personalità anche per i cavi elettrici. Cinque diverse categorie (metal, naturale, techno, fantasia e deco) per non dover più nascondere i fili!
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Dyson Air Multiplayer il primo ventilatore senza pale. Dopo quattro anni di ricerca la Dyson riesce finalmente a lanciare un nuovissimo tipo di ventilatore, senza pale appunto.
Sono passati quasi cento anni dal primo ventilatore. Era infatti il 1886 quando l’ingegner Schuyler Wheeler progettò il primo ventilatore. Cento anni che non hanno visto nessuna sostanziale evoluzione del progetto fino a quando il 62enne sir Dyson non c’ha messo lo zampino.
In quanto a tecnologia ed innovazione di certo Dyson è un passo avanti a tutti. Dopo la scopa elettrica senza sacchetto e l’asciuga-mani Airblade, arriva il rivoluzionario Dyson Air Multiplayer. Il design ha una sola parola d’ordine: semplicità. Lo stesso vale anche per il funzionamento e la manutenzione. Ma occupiamoci prima del design.
Air Multiplayer è caratterizzato da un grosso anello di plastica ABS adagiato su un piedistallo cilindrico. Niente pale quindi, ma una capacità di ventilare 15 volte superiore ai tradizionali ventilatori. Air Dyson è infatti capace di espellere ogni secondo dai 4 ai 5 litri di aria fresca. L’aria viene aspirata dalla base del ventilatore (tramite un motorino inserito all’interno del dispositivo) per poi essere incanalata attraverso una fessura spessa 1,3mm, che corre lungo tutta la circonferenza dell’anello, che comprime l’aria spingendola fuori con forza garantendo una corrente continua e potente. Proprio per questo motivo possiamo parlare di moltiplicatore di aria.
Grazie alla base snodata è anche possibile inclinare il ventilatore e direzionare al meglio la corrente generata. Un oggetto innovativo che ci costerà qualcosa in più di 200 euro, soldi che, a detta dello stesso James Dyson, la gente spenderà volentieri per un apparecchio del genere. “E’ semplice ed efficace, si pulisce con un panno e in più nessuno corre il rischio di farsi male alle dita“.
Oltre al fattore sicurezza, assolutamente da non sottovalutare, lo trovo semplicemente geniale ed impeccabile da tutti i punti di vista? Voi siete del mio stesso parere o trovate che ci sarebbero dei punti da rianalizzare? Continua »
Scritto in Nuovi materiali | 13 Commenti »
eBarrito uno store che pensa in verde e realizza tutti gli arredi interamente in cartone!!!
Cartone lavorato, inciso o fustellato, tante forme ed un design unico per un franchising che pensa in verde.
Sono rimasta colpita dalla bellezza e l’originalità dell’interior-design di questo store e dalla filosofia di eBarrito, un nuovo brand che si occupa di borse e accessori in pelle tutto all’insegna del “green thinking“.
Basta dare un’occhiata alle foto per respirare questo mood verde. Ovunque il nostro occhio cade scorgiamo arredi modulari realizzati al 100% in cartone. Dal bancone alle scaffalature, dagli espositori ai lampadari tutto è stato concepito interamente in cartone, un materiale ecosostenibile, riciclato e riciclabile!. Un fantastico stile etico e sostenibile.
Autrice degli interni dello store, la designer Francesca Signori che ha saputo mettere in risalto l’ecletticità di questo materiale “povero” creando un ambiente variegato, ricco, gioioso e carico di significati ecologici.
Per ora potete dare un’occhiata agli store eBarrito (ed ai bellissimi accessori in pelle) nei punti vendita di Novara, Cremona e Reggio Emilia. A chi non può vederli di persona consiglio la fotogallery;) Spero vi piaccia Continua »
Scritto in Design del Franchising, Design eco-orientato, Furniture Design | 13 Commenti »
Trovo adorabile il packaging pensato dal designer Soon Mo Kang. Fa venir voglia di prendere un tè non trovate? Continua »
Scritto in Food Design, Packaging | 7 Commenti »
Una nuova speranza per l’Africa. Dopo Savior Bad arriva un pallone da calcio che trasforma il gioco in energia.
Arriva dall’università di Harvard questo nuovo progetto che potrebbe rivoluzionare la vita delle popolazioni africane che ancora hanno difficoltà a reperire l’energia.
Soccket sembra un comune pallone da calcio, proprio come quelli con cui bambini amano giocare per ore. Ma ovviamente sOccket ha qualcosa in più! E’ infatti capace di incamerare tutta l’energia che i bambini generano giocando a calcio e trasformarla in energia elettrica da utilizzare per piccoli apparecchi elettronici, lampade LED o telefoni cellulari ad esempio.
“Il brevetto per questa innovazione è attualmente in corso. Stiamo lavorando anche con le organizzazioni locali del Sud Africa che vedono il calcio come un modo per promuovere lo sviluppo dei giovani e l’educazione alla salute”. Queste le parole delle quattro ragazze ideatrici di Soccket, un progetto di social-design interessante che, nella sua semplicità, potrebbe regalare una speranza all’Africa.
I rendimenti sono notevoli. Basta pensare infatti che per ogni 15 minuti di gioco, la palla riesce a generare un quantitativo di energia utile per illuminare una lampada LED per 3ore.
Questa soluzione potrebbe in breve tempo sostituire le lampade al cherosene utilizzate dai popoli africani, causa principale di decessi a causa di incendi e dell’inalazione dei fumi, con lampade LED alimentate dall’energia generata dai palloni. Senza dimenticare che l’energia può essere utilizzata per alimentare qualsiasi altro piccolo dispositivo elettronico semplicemente giocando.
“L’idea – spiegano i ricercatori – è venuta prendendo spunto dalle piste da ballo che trasformano la pressione dei passi in energia elettrica. In questo caso il movimento della palla agisce su un magnete avvolto in una bobina inducendo una tensione che genera corrente elettrica”.
Anche se i palloni in questione peserebbero poco più di quelli tradizionali, questa idea potrebbe rivoluzionare la vita di più di un milione di persone.
Scritto in Design eco-orientato | 4 Commenti »
Forse non è uno degli orologi più semplici da leggere, ma in quanto ad originalità Continue Time li batte tutti!
Un ingegnoso orologio realizzato in alluminio ed ottone pronto a lasciare a bocca aperta e a far scervellare un po’ tutti.
Artefice di cotanta ingegnosità è il designer olandese Sander Mulder già noto qui su A+D nella collezione Design Origami con il tavolino Sputnik. In questo caso l’inventiva e l’originalità sono certamente superiori.
Quello che a colpo d’occhio sembra un semplice tecnigrafo altro non è che il suo orologio, assolutamente non convenzionale e fuori dai tradizionali schemi. Non appaiono quadranti, numeri nè le classiche tre lancette ma un unico braccio meccanico pronto ad assumete le più svariate forme per indicarci l’ora in un modo assolutamente nuovo, che forse necessita di un po’ di allenamento all’inizio!
Ciò nonostante trovo questo orologio poetico ed incantevole, una sorta di “macchina inutile”… che in questo caso tanto inutile non è a patto che si impari a leggere l’ora! Un armonioso segnatempo estensibile che si piega, si allunga e si contrae tracciando sempre nuove forme geometriche.
Continue Time è realizzato da un unico braccio meccanico costituito da tre elementi snodati dalle dimensioni decrescenti: il più sottile e veloce misura i secondi, il braccio seguente segna i minuti, mentre il braccio più grosso e meno veloce è dedicato alla misura delle ore Continua »
Scritto in Furniture Design, Young Designers | 16 Commenti »
“La nostra tecnologia più evoluta in un dispositivo magico e rivoluzionario, ad un prezzo incredibile”
Steve Jobs commenta così il nuovo arrivato in casa Apple. A pochi mesi dal lancio dell’ultima generazione di iPod arriva anche l’iPad, un concentrato tecnologico pronto a cambiare le nostre abitudini grazie ad un dispositivo grande più o meno come un foglio A4 che pesa appena 680 grammi!
Sembra un iPhone formato maxi, la grafica non tradisce le aspettative e neanche le funzionalità. Con l’iPad sarà possibile sfogliare le pagine dei siti web, scrivere un’e-mail, scorrere le foto o guardare un filmato. Tutto su un ampio e brillante schermo Multi-Touch retroilluminato a LED, e con il semplice tocco di un dito. Un’esperienza che lo stesso Steve Jobs definisce incredibile e sensazionale (forse è un po’ di parte??)
Ovviamente iPad si presenta anche come la risposta Apple agli e-reader, sarà infatti possibile scaricare e leggere iBook sfogliandoli con un semplice tocco. Tutto, ovviamente, in pieno stile Apple con tanto di biblioteca virtuale. Personalmente lo preferisco di gran lunga al Mag+, ma ci sono già schiere di persone anti-iPad pronte a giudicarlo banale e spudoratamente troppo simile all’iPhone.
I prezzi per ora sono disponibili sono per la rete vendite americana, con prezzi che oscillano dai 499$, per la versione 16Gb, ed i 699 per i 64Gb. Per il mercato italiano c’è ancora un po’ da aspettare. Intanto a Marzo sarà disponibile la versione Wi-Fi.
Sarà lo status symbol di domani? Probabilmente ruberà mercato ai netbook ma ho il sentore che non sarà tanto desiderato quanto l’iPhone. Voi come lo giudicate? Continua »
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Julien Bergignat disegna Helmet B: un casco per ciclisti leggero, resistente, riciclabile e bio-inspired.
Dall’armadillo al design di un casco. Helmet B nasce proprio dall’osservazione di un piccolo armadillo; il design riprende infatti la morfologia ed il movimento delle squame di questo animale che in caso di pericolo si appallottola su se stesso per proteggersi.
Da qui prende forma Helmet B, un dispositivo pieghevole di protezione per la testa che si trasforma in poche mosse da foglio 2D a struttura tridimensionale e viceversa. La particolarità di questo casco è costituita principalmente dalla sua semplicità e facilità d’uso. Helmet B è molto arioso e leggero perché non è realizzato in un unico blocco, ma da una serie di piccoli elementi flessibili che alleggeriscono il casco nonché il materiale utilizzato per la sua fabbricazione.
L’uso del prodotto è molto semplice, basta piegare le ali verso l’interno e fissarne la forma con le clip a pressione poste alle estremità del casco. Una caratteristica che ne facilita anche il trasporto considerando che, una volta aperto, il casco può essere riposto facilmente in una borsa!
E’ interessante sottolineare inoltre che Helmet B è interamente realizzato in polipropilene sia per l’esterno che per la parte interna a diretto contatto con la testa (in questo caso il polipropilene è di tipo espanso). Il materiale oltre ad essere economico ha un assorbimento di potenza molto elevata, è durevole, flessibile ed estremamente leggero. Ciascuno dei componenti del casco è inoltre separabile dagli altri, caratteristica che lo rende quindi riciclabile al 100%.
Per le passeggiate in bicicletta Continua »
Scritto in Design eco-orientato, Young Designers | 6 Commenti »
Slant-ruled notebook un progetto di Matt Brown. Quando anche il quaderno diventa ergonomico. Grandioso!
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Il collettivo Snark ci sorprende ancora una volta con un progetto innovativo e sostenibile: è un sistema di elementi urbani gratuiti e condivisi – chair sharing appunto – disegnato da Emanuele Bompan, Gaspare Caliri, Marco Lampugnani e Beatrice Manzoni, per la città di Modena.
Il progetto prende vita da una constatazione: sedersi in città al giorno d’oggi non è poi così facile; capita spesso di trovare panchine segate, rimosse, accantonate, quasi come se fossero un ostacolo più che un servizio di cui fruire.
L’intento dei progettisti è dunque quello di “Riportare le persone nei loro quartieri, ossia farle tornare a riconoscersi nei luoghi, dare una possibilità alla formazione di senso di comunità”.
Segue lo stesso procedimento del bike-sharing, solo che in questo caso il prodotto fruibile è una “seduta mobile” in alluminio anodizzato, che però è stata studiata come figura ibrida tra una sedia e una bici.
Le sedute si ritirano gratuitamente passando su un lettore la Tessera Sanitaria e possono essere utilizzate per un tempo massimo di 6 ore; sono tutte modulari e dotate di una antenna wi-fi integrata che consente di connettersi alla rete senza spendere un centesimo e di un sistema di geo-posizionamento su base cartografica: una volta seduti, si può accedere al sito del progetto che mostra, tramite una mappa dinamica, tanti contenuti sulla città caricati anche dai cittadini stessi. Vuole essere, quindi, anche uno strumento di partecipazione perché permette ai fruitori di creare collettivamente una sorta di guida on-line della propria città Continua »
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