Planter Dish Drainer: scola piatti attento agli sprechi

novembre 30th, 2007 by Ivana

Dish Drainer Project, asciugapiatti eco-sostenibile

Immagino che a molti di voi capiti di lavare i piatti -sicuramente più il pubblico femminile- Oltre ai litri d’acqua sprecati durante il lavaggio, ce ne sono altri che vanno persi. Litri di acqua (nel tempo) che si accumulano negli ascigapiatti e che puntualmente vengono gettati.

L’ingegno e la cratività di questo designer hanno risolto parzialmente questo problema, con uno scolapiatti dal design accattivante ed evocativo che ha un concept sostenibile (ci prova).

Si chiama Dish Drainer Project ed è stato realizzato dal giovane, giovanissimo designer Erdem Selek. Classe 1983 (!!) il giovane di origini turche ha ben pensato di progettare questo scolapiatti che prevedesse anche una piantina alla base. In questo modo, l’acqua pulita dei piatti, ricade nel vasetto sottostante, nutrendo la piantina, evitando un ulteriore spreco di acqua e regalando un tocco di verde in cucina, cosa che non guasta mai!

Il design di questo accessorio, che all’apparenza non risula uno scolapiatti, è studiato per richiamare stilisticamente i rami di una piantina, una sorta di prolungamento dei rametti della piantina reale. Questi stessi rami sono stati progettati per accogliere i piatti da far sciugare (due coperti).

Un’idea carina che è piaciuta molto ad una ragazza che mi ha scritto, Silvia, entusiasta di questo progetto. E’ infatti un esempio particolare di design sostenibile, che cerca di far riflettere i fruitori e di invitarli a riutilizzare l’acqua(che altrimenti sarebbe destinata allo scarico del lavandino. Silvia, questo post è per te, spero ti sia piaciuto. Magari ti fai regalare Dish Drainer a Natale;)  Spero solo che la piantina non muoia per la troppa acqua o per qualche residuo di sapone. Altre immagini

 Dish Drainer

Scritto in Design eco-orientato, Regali Natale, Young Designers | 12 Commenti »

12 commenti

  1. dadde Scrive:

    Brava Ivana…il sapone dove lo mettiamo?..mhm non so..non mi convince molto..

    Silvia se riesci racconta qui sotto come mai ti ha colpito tanto..potrebbe essere uno spunto di approfondimento ulteriore interessante..

    ciao!

  2. Frank Mancarella Scrive:

    …mmm… premesso che non voglio fare polemica, ma io solitamente i piatti li metto a scolare dopo che ho tolto via il sapone e non prima, ora non so come lavano i piatti gli altri; detto questo, io la trovo una idea geniale, di sicuro non bella, ma così si innaffiano le piante mentre asciugano i piatti e poi è un modo come un altro per dare colore alla casa invece di tenere una pila di piatti sul lavello.

  3. Ivana Scrive:

    @ Frank
    infatti io parlavo di residui di sapone, qualcosa puo’ sempre restare no? Comunque per me l’idea è interessante per il verde che regala in cucina e perchè sicuramente non è il solito asciuga-piatti;)

  4. Frank Mancarella Scrive:

    ciao Ivana,
    sinceramente questa volta il tuo articolo l’ho letto velocemente e con poca attenzione lo ammetto, ieri ero di fretta, in verità rispondevo a dadde, che pure lui diceva dove mettere il sapone; cmq si, forse qualche residuo di sapone resta sempre, anche se ormai le piante sono abituate a ben cose peggiori che abbiamo fatto noi umani:)
    ps.: cmq anche noi maschiiiiiiiietti laviamo i piatti, specialmente quando non viviamo con i genitori, altrimenti sai che schifo in cucina! ahahahahahahahahahah!

  5. Francesco Corsale Scrive:

    E se la piantina cresce…?

  6. Ivana Scrive:

    allora è un buon segno;) scherzi a parte..io la cambierei a quel punto così da riempire il balcone di piantine:)

  7. sdrucciola Scrive:

    Grazie Ivana :-)
    @dadde: risolto il problema dei residui con un bel risciacquo /del resto se nuocciono alle piante figuriamoci a noi) ho apprezzato lo sforzo di creare un oggetto bello, utile e “responsabile”. Credo che la sostenibilità possa davvero essere una sfida creativa e oggetti come questo, al di là del concreto, servano a farci rilfettere sui piccoli gesti quotidiani che possono fare la differenza

    Silvia

  8. dadde Scrive:

    iess silvia!recepito!è vero.

    grazie

    dadde

  9. Marco Scrive:

    Beh insomma…lasciatemi fare un po’ il criticone:

    1) quanti piatti porta al massimo? Mi sembra pochini!
    2) se ci sono residui di sapone si avvelena la pianta
    3) l’idea di base è buona ma andrebbe cmq sviluppata
    4) chi lava più i piatti a mano???
    5) l’acqua che cmq finisce nella pianta mi sembra pochina per il suo fabbisongo

    Cmq invito Erdem Selek ad inviare i suoi progetti a http://www.youngtalentradio.com ;-)

  10. cammy Scrive:

    ciao ragazzi.. e in particolare un saluto alla mia amica e collega ivana!
    in realtà credo ke l’idea del design cm pura funzionalità sia stata da tempo superata… io direi di prendere quest’oggetto, come molti altri, come una provocazione.. uno spunto per riflettere su qualcosa ke ancora oggi nn riesce a tangerci più di tanto..
    .d’altra parte siamo qui a parlarne.. no?!

  11. Ivana Scrive:

    @ cammy
    certamente, siamo qui proprio per parlarne e mi fa proprio piacere leggere il tuo intervento. Convengo col tuo pensiero, oggi molto design è mera provocazione, oggetti creati solo per far pensare. Ma la cosa credo ci piaccia molto no?;)

  12. Esteban Bouroullec Scrive:

    Dal mio punto di vista questo oggetto rappresenta sicuramente un esempio lampante di cosa sia il design sostenibile e della sua fondamentale utilità. E’ normale che abbia più di qualche problema che sicuramente potrebbe essere risolto ma nemmeno più di tanto, ovviamente se pensate che questo oggetto possa cambiare il mondo non è così…è vero anche che il design possa cambiarlo questo mondo ma questo oggetto va visto così com’è, un esempio lampante di quello che oggi chiamiamo Design sostenibile! una saluto a tutti!!!

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