La nuova Biblioteca Universitaria di Utrecht
L’ampliamento dell’Università con la nuova Biblioteca progettato da Wiel Arets architects si impone per semplicità delle forme e raffinatezza dei materiali dell’involucro
Siamo ad Utrecht, città che storicamente ha dato un notevolissimo impulso alla ricerca nel campo dell’architettura: UBU è più di una biblioteca, è un piacevole luogo di incontro e di scambi culturali. L’edificio ha un’area di 36.250metri quadrati, ospita 4,2 milioni di libri, ha 1000 posti a sedere, 450 parcheggi, 1 auditorium, 1 bar, 6 negozi.
Provate anche voi un po’ di invidia per gli studenti che hanno la possibilità di frequentarlo? Sicuramente le nostre Università non sono ancora così all’avanguardia, ma mai perdere la speranza.
Guardando l’edificio colpisce la coerenza nel trattamento delle superfici opache e delle superfici vetrate. Infatti il motivo utilizzato è lo stesso ma ottenuto con tecniche di lavorazione differenti : serigrafia sui vetri e pannelli di cemento gettati in stampi con decorazione a papiro. L’effetto è molto interessante anche perché lo studio Wiel Arets Architects ha deciso di colorare di nero i pannelli in calcestruzzo, e questo, oltre a caratterizzare molto l’edificio, aiuta a nascondere le imperfezioni della gettata e piccole crepe che possono venire a crearsi con il tempo.
Le aree dove sono depositati i libri hanno per lo più superfici opache per poter garantire una protezione adeguata ai volumi, mentre le aree di studio godono di una meravigliosa luce naturale filtrata dai vetri serigrafati. Il disegno della pianta di papiro richiama alla tradizione, infatti è stato fin dall’antichità il materiale per la produzione della carta ed ha avuto un ruolo chiave nella diffusione della cultura dell’Antico Egitto.
Dall’ingresso un’ampia scala porta all’Auditorium e alle aree espositive per continuare poi fino alla biblioteca che si trova al primo livello. La predominanza del colore nero per l’interno , attenuato comunque da un pavimento chiaro , conferisce agli spazi un senso di solennità ma al tempo stesso di concentrazione. La Hall è caratterizzata da uno spazio a tutta altezza che fa percepire a chi entra la multifunzionalità e multidisciplinarietà del luogo. Nonostante le dimensioni il primo impatto è quello di un luogo raccolto. Il cantiere è iniziato nel 2001 e finito nel 2004.
Wiel Arets è nato ad Heerlen, Olanda, nel 1955. Figlio di un editore e di una fashion designer da loro ha imparato ad amare la lettura e la passione per i materiali e per il fare. Nel 2005 Arets ha ricevuto il Rietveld Prize per questo progetto e nello stesso anno ha ricevuto il BNA Kubus Award per tutta la sua opera.
Chissà se in un futuro non molto lontano anche le nostre città potranno vantarsi di simili interventi che oltre ad essere interessanti esteticamente sono il motore per tante iniziative culturali….?
- Vai al sito ufficiale Wiel Aret Architects
Scritto in Architettura Contemporanea | 5 Commenti »
giugno 16th, 2011 at 06:53
bellissimi i vetri serigrafati che caratterizzano l’edificio , studiato bene il lay out…mi piace!!
giugno 16th, 2011 at 09:33
Ha un’ aria pesante e claustrofobica .Ricorda un frigorifero più che una cittadella del sapere!
agosto 13th, 2011 at 18:29
l’ho vista dal vivo l’anno scorso e devo dire che è un’opera possente, con degli spazi che danno delle forti suggestioni..
ed è un posto sempre pieno di persone, si vede che è proprio un’architettura apprezzata!
settembre 6th, 2011 at 07:59
Sinceramente non mi piace proprio… è pesante, non è costruita con materiali eco sostenibili, che per me è una priorità oggi. oltretutto è molto fredda e non mi invoglia ad entrare ed a passare delle ore, e poi mi inquieta molto l’idea dei negozi, cos’è ora le biblioteche universitarie diventano anch’esse degli outlet??? O mio Dio.
ottobre 7th, 2011 at 15:17
Opera terrificante! Non vorrei proprio morire dentro un contenitore del genere…senza anima. Pessimo ed oltretutto oltraggioso alla cultura.